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Atlante delle orchidee della Provincia di Siena (dimensione: 6Mb)

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ECOLOGIA E CONSERVAZIONE DELLE ORCHIDEE:<br />

IL CASO DELLE PRATERIE ARIDE SEMINATURALI IN PROVINCIA DI SIENA<br />

Marco Lan<strong>di</strong>, Clau<strong>di</strong>a Angiolini, Flavio Frignani<br />

La conservazione <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità vegetale<br />

del pianeta è ormai considerata dalla comunità<br />

scientifica come un’azione prioritaria per il<br />

terzo millennio, tanto che numerosi centri <strong>di</strong><br />

ricerca collaborando con le pubbliche amministrazioni,<br />

hanno promosso stu<strong>di</strong> e piani <strong>di</strong><br />

azione, volti alla conservazione e alla gestione<br />

<strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità vegetale. Oltre alla protezione<br />

dell’ambiente naturale si tenta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

il ruolo che le singole specie giocano<br />

nelle comunità vegetali e le relazioni tra le specie<br />

nei vari ecosistemi. A tal proposito la<br />

Direttiva “Habitat” 92/43/CEE prevede la<br />

costituzione <strong>di</strong> una rete ecologica europea <strong>di</strong><br />

zone speciali <strong>di</strong> conservazione, denominata<br />

Natura 2000; tale rete, formata dai siti in cui<br />

si trovano i tipi <strong>di</strong> habitat naturali o seminaturali<br />

elencati in appositi allegati, deve garantire<br />

il mantenimento e, all’occorrenza, il ripristino<br />

in uno stato <strong>di</strong> conservazione sod<strong>di</strong>sfacente<br />

<strong>di</strong> questi habitat nella loro area <strong>di</strong> ripartizione<br />

naturale. Un habitat seminaturale, considerato<br />

prioritario secondo la <strong>di</strong>rettiva<br />

92/43/CEE, è il 6210, definito come<br />

“Formazioni erbose secche seminaturali e<br />

facies coperte da cespugli su substrato calcareo<br />

(Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura<br />

<strong>di</strong> <strong>orchidee</strong>” (Romão, 1996). Queste comunità<br />

prative sono <strong>di</strong> grande interesse in conseguenza<br />

del valore estetico del paesaggio, dell’elevato<br />

numero <strong>di</strong> specie rare o minacciate<br />

che ospitano (tra cui molte Orchidaceae) e dell’elevata<br />

ricchezza specifica (Willems, 2001).<br />

Numerosi stu<strong>di</strong> negli ultimi anni sono stati condotti<br />

nelle cenosi prative facendo particolare<br />

riferimento alla loro eterogeneità spaziale<br />

legata a vari fattori quali pascolo/calpestio<br />

degli animali e <strong>di</strong>stribuzione dei nutrienti nel<br />

suolo (Sieg & King, 1995; Shiyomi et al.,<br />

2001; Maccherini, 2006a; Coates et al.,<br />

2006). Altri hanno riguardato il legame tra le<br />

caratteristiche edafiche e la composizione<br />

<strong>della</strong> comunità vegetale, determinando le tecniche<br />

più appropriate <strong>di</strong> ripristino <strong>di</strong> tale habitat<br />

prioritario (McCrea et al., 2001; Critchley<br />

et al., 2002; Barbaro et al., 2004;<br />

Maccherini, 2006b). Esso costituisce infatti<br />

uno degli habitat preferenziali <strong>della</strong> famiglia<br />

<strong>delle</strong> Orchidaceae che, a causa del livello <strong>di</strong><br />

rarità ed endemismo non comune tra le angiosperme<br />

(Rossi, 2002) e all’interesse economico<br />

nel commercio internazionale, è inclusa in<br />

liste <strong>di</strong> protezione sia a livello mon<strong>di</strong>ale<br />

(CITES, Convenzione <strong>di</strong> Berna) che nazionale<br />

(Conti et al., 1992, 1997) e protetta da <strong>di</strong>versi<br />

accor<strong>di</strong> internazionali (IUCN, 1994). La<br />

popolarità <strong>di</strong> questa famiglia è dovuta principalmente<br />

alla bellezza dei fiori ed alla varietà<br />

<strong>delle</strong> forme che questi hanno assunto per attirare<br />

e favorire gli insetti nel loro compito <strong>di</strong><br />

impollinatori. Se da un lato la vistosità <strong>di</strong> queste<br />

specie ha suscitato l’interesse del mondo<br />

scientifico, dall’altro la raccolta in<strong>di</strong>scriminata<br />

per opera dei collezionisti sta arrecando seri<br />

danni. Le <strong>orchidee</strong> sono inoltre considerate<br />

“specie ombrello” perchè la loro conservazione<br />

in situ permette il mantenimento <strong>di</strong> numerose<br />

altre specie e dell’ecosistema in cui vivono<br />

(Barbaro et al., 2003). Gli ambienti aperti e<br />

soleggiati come le praterie aride (xeriche) forniscono<br />

infatti un habitat preferenziale per<br />

numerose bulbose <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse famiglie<br />

(Hyacinthaceae, Iridaceae, Amaryllidaceae,<br />

Alliaceae e Liliaceae), tra cui figurano in<br />

Toscana meri<strong>di</strong>onale molte specie <strong>di</strong> notevole<br />

interesse fitogeografico (Mazzeschi & Selvi,<br />

1999; Frignani et al., 2004).<br />

La principale causa <strong>di</strong> declino <strong>di</strong> alcune specie<br />

appartenenti alla famiglia <strong>delle</strong><br />

Orchidaceae è rappresentata dalla scompar-<br />

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