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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Terzo</strong><br />
Prefazione<br />
La Redazione di <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong><br />
Il rapporto esistente tra cultura e società, o meglio tra<br />
cultura e potere, è sempre stato al centro di un<br />
importante dibattito politico e filosofico.<br />
La “modernità liquida” ha profondamente segnato sia<br />
il concetto di cultura che le sue manifestazioni,<br />
lasciando inalterata l’importanza di alcuni concetti<br />
fondamentali a partire dalla definizione di cultura , di<br />
egemonia culturale, delle funzioni ed interconnessioni<br />
esistenti tra potere e cultura.<br />
Non a caso oggi si riaccendono i riflettori sul<br />
fenomeno della deriva culturale in atto nel nostro<br />
paese.<br />
Gramsci affermava che “tutti gli uomini sono<br />
intellettuali”, poiché ogni uomo, consapevolmente o<br />
meno, esplica “una qualche attività intellettuale”.<br />
Non esiste attività umana “da cui si possa escludere ogni<br />
intervento intellettuale”, “non si può separare l'homo faber<br />
dall'homo sapiens”. Tuttavia, “non tutti gli uomini hanno<br />
nella società la funzione di intellettuali”.<br />
Per Gramsci “la supremazia di un gruppo sociale si<br />
manifesta come egemonia e come direzione intellettuale<br />
e morale”.<br />
Quest’ultima funzione è demandata ai cosiddetti<br />
intellettuali “organici”, cioè legati organicamente al<br />
gruppo sociale fondamentale e dominante, svolgendo<br />
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