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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Terzo</strong><br />
li abbia abbracciati, perdonandoli per ciò che stavano<br />
per compiere. Mia mamma mi ha fatto vedere l'ultima<br />
lettera che ha scritto a casa, poco prima della<br />
fucilazione; dice qualcosa del tipo: “L'amavo troppo<br />
la mia patria; non la tradite, seguite la mia via nel<br />
ricostruire una nuova unità nazionale. Coloro che mi<br />
giustiziano non pensano che l'uccidersi non produrrà<br />
mai la concordia”. Morì così, a vent'anni.<br />
Il professor Roberto ha un momento di tristezza e<br />
rimane in silenzio per un minuto o due. Anche i<br />
ragazzi non fanno il minimo rumore. Subito dopo<br />
entra il preside.<br />
- Come mai siete così tranquilli? Nelle altre classi<br />
ancora un po' e si mettono a ballare sui banchi.<br />
- Stavamo parlando dell'incidente di Sandro<br />
Avanzini. E' per questo che siamo tristi - interviene<br />
uno studente<br />
- Non è vero, signor preside. - lo corregge Roberto -<br />
Abbiamo parlato del comandante Paride; era mio<br />
nonno: ho raccontato la sua storia.<br />
Lo studente di prima prende ancora l'iniziativa.<br />
- Preside, ma lei lo sa chi era il comandante Paride?<br />
- Certo che lo so. Era un partigiano, morto giovane,<br />
poverino ...<br />
- Non potremmo parlare ancora di lui, qualche volta?<br />
- Sì che potremmo. Lei che ne pensa, professore?<br />
- E' un argomento su cui posso prepararmi.<br />
Vedremo.<br />
All'uscita il professore trova il preside nel corridoio.<br />
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