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Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo

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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Terzo</strong><br />

ragazza e una motocicletta. Ho preso la mia borsa e<br />

lui il suo zaino e siamo usciti. L'ho accompagnato da<br />

mia suocera che abita in paese. Lo porta lei a scuola.<br />

Io farei tardi al lavoro. Lavoro in fabbrica. In una<br />

fabbrica che produce componenti elettriche. Dalle<br />

otto del mattino alle cinque del pomeriggio. Faccio le<br />

saldature su dei circuiti. Mio fratello una volta mi ha<br />

chiesto per cosa venissero fatti quei circuiti. Non l'ho<br />

mai saputo. Non mi è mai interessato. Quando ti<br />

passano tra le mani decine di quelle tavolette ogni<br />

ora, il cervello diviene attento solo al ritmo da tenere.<br />

Se pensi a qualcosa sei fottuta. Le mani si intrecciano<br />

e il tuo “pezzo” se ne va senza saldatura e tu rischi<br />

una bella strigliata dal capo reparto. Non mi lamento<br />

del mio lavoro, però. Mi stanco, sì. Mi fa un po' male<br />

la schiena. Ma non penso mentre lavoro e questo va<br />

bene. E mi pagano a fine mese.<br />

Il 27 aprile 2010 la sirena della fabbrica ha suonato<br />

come sempre alle cinque del pomeriggio. All'uscita,<br />

quella carogna di Giuseppe, uno che lavora nella<br />

postazione a fianco della mia, infilandosi la sigaretta<br />

in bocca, ad alta voce, ha detto - Cosa dai da mangiare a<br />

tuo marito, stasera? Carne cruda?! - L'ho fulminato con lo<br />

sguardo. È proprio uno stronzo. Ci aveva provato<br />

con me quando avevo cominciato a lavorare lì. Un<br />

giorno ho alzato la voce davanti agli altri operai per<br />

oppormi ai suoi abbracci. Non l'ha mai digerita.<br />

I compagni di lavoro non ci fanno più caso a queste<br />

sue battute. “Carne cruda?!” Lui l'ha visto mio marito.<br />

Un giorno al bar del paese picchiava duro Ernesto.<br />

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