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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Terzo</strong><br />
e generoso, ma con una testa dura come il ferro. Se<br />
aveva in mente una cosa, quella era, ed era inutile<br />
provare a fargli cambiare idea.<br />
Mi ha lasciata sola dieci anni fa: stavamo pranzando e<br />
ad un tratto si è accasciato sul piatto, senza una<br />
parola. “Zunin, cos’hai? Non stai bene?”. Non mi<br />
sentiva già più. L’ha fatta veloce, lui.<br />
Come era nei suoi desideri, abbiamo fatto un funerale<br />
civile, che è stato, per quel tempo, una cosa<br />
eccezionale, disonorevole e immorale. Non certo per<br />
me e i suoi fratelli, o per quelli del paese che lo<br />
conoscevano bene e sapevano come la pensava, ma<br />
per alcuni parenti, che vi hanno partecipato,<br />
vergognandosi come cani. Sono rimasti di stucco, nel<br />
vedere il feretro andare dritto al cimitero senza<br />
passare dalla chiesa, con la banda che suonava<br />
l’Internazionale.<br />
Mi pareva di sentirli, i baciapile, commentare a denti<br />
stretti l’avvenimento. Ne avrebbero parlato per<br />
giorni, una volta ritornati a casa loro.<br />
Lui comunque, anche senza chiesa, credo sia andato<br />
nel posto dei buoni, non può essere altrimenti.<br />
Io, dal canto mio, aspetto ormai che venga il mio<br />
turno. Che ci sto a fare qui, senza Adriano, senza<br />
Zunin, senza Venuta? La mia vita ormai non ha più<br />
alcun senso, non sono più utile a nessuno, né alle<br />
mamme né ai bambini. Quante volte invece, quando<br />
qualcuno dei miei assistiti non aveva nemmeno un<br />
soldo per pagarmi, portavo coperte, pannolini,<br />
vestitini e, naturalmente, non volevo nulla per la mia<br />
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