Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo

Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo
s'incrociano a mezz'aria. Solo uno di essi si esclude da
quel vortice, cercando i miei occhi. E’ severo, è
benevolo. Un po' rassegnato, ma comprensivo. Io
sorrido debolmente, so d'averla combinata. Inclino la
testa ed allargo le braccia. “A professo', si vede che
era destino.” sussurro. L'orale continua,
inspiegabilmente, tra l'indifferenza generale. Dopo i
primi attimi d'inquietudine e silenzio, l'insegnante di
francese riprende con le domande. Il presidente non
mi degna di uno sguardo per tutta la durata
dell'esame. L'indifferenza non sempre è un segnale
positivo. Temo la ritorsione dell'intero corpo docenti.
Nonostante questo, continuo a ribattere, domanda su,
domanda, colpo su colpo, materia dopo materia.
Storia, calcolo, diritto, economia, tedesco, biologia. I
professori con le loro domande, si alternano al mio
cospetto. Ora assumono sguardi attenti, ora distratti.
Per la maggior parte del tempo confermano ciò che
già pensavo, del nostro futuro se ne sbattono. Tutto
quello che fanno è ricoprire più o meno
dignitosamente questo ruolo, per cui vengono pagati.
Il resto è solo vanesio corredo di una professione
mercenaria.
Guardo l'orologio. Le nove e trenta. Sono dentro da
un'ora. Nessun orale, quest'anno, è durato così a
lungo. Si vede che gli piaccio.
“Ha qualche altro impegno Signorina P.?” colta in
flagrante dal presidente di commissione.
“Ehmm... ... no no.” tentenno. Non ricordo d'aver
mai parlato così tanto in tutta la mia vita, studentesca
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