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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Terzo</strong><br />
fargli trovare i pezzi già tagliati nel piatto. Usava<br />
quello stratagemma per fargli mangiare “le vitamine”,<br />
come le chiamava lei.<br />
Quando è mancata, dopo una breve malattia, ho<br />
perso la sorella che non avevo avuto. Mi riempiva la<br />
casa, era una presenza importante. Dopo la morte di<br />
mio marito, avvenuta così repentina, ho passato un<br />
brutto periodo e, se non avessi avuto lei vicina, che<br />
mi confortava e mi consolava, alleviando la mia pena,<br />
non so come avrei fatto a sopportare anche quella<br />
sofferenza. Il dolore pianto insieme per Adriano, me<br />
l’ha resa ancora più sorella. Io ero la madre, lei lo<br />
aveva allevato e amato come una madre. Ora che tutti<br />
se ne sono andati e mi hanno lasciata completamente<br />
sola, trascino la mia esistenza nell’ attesa di poterli<br />
ritrovare.<br />
La mia vita mi sembra uno scherzo del destino: ho<br />
aiutato a nascere mille bambini ma io, il mio, non<br />
sono riuscita a godermelo, se non per qualche anno.<br />
E ogni volta che una nuova vita veniva al mondo tra<br />
le mie mani, ogni volta era un ripercorrere la mia<br />
straziante sofferenza.<br />
Ogni giorno Adriano è nei miei pensieri, e, a volte,<br />
come una stupida sognatrice, mi ritrovo a immaginare<br />
che avrei potuto far nascere suo figlio: quale migliore<br />
ostetrica potrebbe esserci per il proprio nipotino? Ma<br />
poi ripiombo alla terribile realtà, alla mia casa vuota,<br />
al mio Adriano senza vita, le braccia inerti penzolanti<br />
dalla carriola, il petto squarciato dalle pallottole, e<br />
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