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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Terzo</strong><br />
sirena chiamava alle otto ore che sembravano non<br />
passare mai nel fischiettare la solitudine per<br />
alleggerire la fatica.<br />
Lunghi i pomeriggi estivi, quando la canicola rendeva<br />
irrespirabile l’aria pregna di polvere e sudore, quando<br />
la limaglia pareva penetrare nella pelle<br />
punzecchiandola come spilli, rendendo una doccia<br />
più ambibile dell’oro.<br />
Pungenti i freddi mattini d’inverno, quando le mani<br />
intorpidite dal freddo faticavano a manovrare gli<br />
utensili gelati e il pensiero correva svelto a quel letto<br />
caldo lasciato prima ancora dell’alba, quando, facendo<br />
il primo turno, puntava la sveglia alle cinque e cinque<br />
rubando così qualche minuto al tempo tiranno.<br />
Sonno dissolto lentamente sulla corriera che,<br />
dall’entroterra, lo portava alla città della “Lanterna”<br />
che, austera, pareva ergersi dal mare nero dell’alba<br />
indicandogli la meta. Fitta la nebbia che pareva<br />
trasformare quella corriera in un fantasma diretto<br />
verso le luci di una fabbrica dove i dialetti si<br />
confondono soffocati dal rumore e tante storie<br />
diverse s’incrociano in un unico destino.<br />
Raffaele attendeva il pensionamento con la stessa<br />
ansia con cui un soldato di leva conta i giorni<br />
mancanti al tanto sospirato congedo.<br />
Non era così però che aveva sognato quel suo ultimo<br />
caffè, quelle sue ultime ore in tuta blu che ormai<br />
indossava come una seconda pelle. Sognava una<br />
bottiglia di prosecco con i compagni di una vita,<br />
qualche pasterella a fine turno ribattendo a scherni e<br />
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