Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo

Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo
bancone della dogana. Avrei potuto dimostrare,
anche a parole, la mia posizione di archeologa e
di studiosa di certa simbologia. Cosa che non ho
potuto fare data l’irruenza con cui sono stata
trattata: un’aggressione in piena regola. Provare
imbarazzo e paura per me è stato un tutt’uno,
mentre stupore e stordimento mi assalivano nel
vedermi ammanettare all’istante e condurre su un
mezzo blindato alla più vicina stazione di polizia
per essere interrogata.
Pur sapendomi destreggiare con la lingua tedesca,
ho impiegato parecchie ore a far capire agli agenti
che il quaderno e i reperti riprodotti li portavo in
borsa per motivi di studio e non per chissà quale
patologica perversione da esportare oltre
frontiera e venderla a prezzo d’oro all’interno di
un giro illecito di oggetti di antiquariato o peggio
di un ignobile mercato del sesso. Senza contare
che, una volta convinti gli agenti che io ero una
archeologa - il tutto grazie anche ai contatti messi
in atto con le scuole di scavi italiana e svizzera -
gli agenti mi hanno contestato il possesso di
materiale a loro avviso sottratto dai siti e da me
illegittimamente posseduto. Riuscita a
dimostrare, attraverso opportune fatture, che si
trattava di riproduzioni fatte eseguire per motivi
di studio, ho dovuto dibattermi ancora contro
una ultima infamante accusa. Quella simbologia
per gli agenti avrebbe potuto richiamare anche la
simbologia di una nota società segreta creata per
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