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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Terzo</strong><br />
Grazie Signore! E’ solo ferito, non è successo nulla di<br />
quel che temevo! Grazie, grazie! E, piangendo,<br />
abbraccio Venuta.<br />
Dopo un tempo che non so, vedo arrivare da lontano<br />
Luigi e mio marito. Sta spingendo lentamente la<br />
carriola, le spalle chine, la testa bassa. Sono ancora<br />
troppo lontani per vedere come sta mio figlio, vedo<br />
solo penzolare le braccia e le gambe: è così alto, come<br />
fa a stare dentro una carriola? Più si avvicinano e più<br />
il mio tremito ricomincia. Vedo Zunin, piange, sta<br />
singhiozzando. E poi vedo quello che una madre non<br />
dovrebbe vedere mai, mai, mai nella sua vita. Adriano<br />
ha il torace squarciato da colpi di pistola, è tutto un<br />
sangue, immobile, le braccia e le gambe inerti<br />
seguono il lento muoversi della carriola, la testa<br />
reclinata da una parte, nella fissità della morte.<br />
Mi precipito sul corpo. Quel corpo martoriato,<br />
trafitto, colpito, lacerato, ucciso. Ucciso. In<br />
un’imboscata: quei ragazzi erano fascisti, non<br />
partigiani. E me lo hanno ucciso. E mi hanno ucciso.<br />
Adriano, io muoio con te, tesoro mio, muoio con te.<br />
E mentre gli pulisco la faccia coperta di sangue e gli<br />
cullo la testa tra le mani, tutto intorno a me si fa buio.<br />
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