Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo

Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo
Arriva mio marito. “Adriano non c’è ancora!” gli
grido disperata “Dobbiamo andare a cercarlo! Non è
possibile che stia via tanto così per un ferito. Hai
capito? Se non arriva entro un’ora andiamo, non
possiamo più aspettare! Hai capito? Hai capito?”. Mi
torco le mani, sono tutta un tremito e mi metto a
piangere.
“Maria, calmati, vedrai che adesso arriva, altrimenti sì,
lo andiamo a cercare. Ma adesso calmati, su, stai
tranquilla”.
Passa un quarto d’ora e sentiamo suonare: ci
precipitiamo ad affacciarci. E’ un amico di mio
marito, uno che va sempre a caccia insieme a lui. Gli
dice di scendere. Facciamo le scale volando, io non
capisco più nulla, tremo soltanto e non riesco a
fermare le lacrime che ormai scendono da sole.
Luigi ci spiega che stamattina, mentre andava a
caccia, è passato vicino a un capanno e ha visto
nostro figlio. Dice che è ferito, che bisogna andare
con qualcosa a prenderlo, perché non può reggersi in
piedi. Magari una carriola, ecco, potrebbe andare
bene una carriola. Noi non ce l’abbiamo, ma
conosciamo un muratore che può prestarcela.
“Vengo anche io” grido spaventata “aspettatemi, se è
ferito lo posso medicare subito lì”.
“No, sciura Maria, stia qua ad aspettarci. Andiamo
noi, non c’è bisogno che venga anche lei”.
“Vero, Maria, aspettaci qua, lo medichi poi a casa con
calma”.
Mi lascio convincere e li attendo fuori dalla porta.
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