Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo

Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo
Per quanto non studiassi e non facessi nulla per farmi
notare nell'ambito scolastico, riuscivo con facilità ad
addomesticare le parole, mettendole con abilità sul
foglio, inanellando frasi che destavano ammirazione
sia nei compagni che arrivavano a leggerle che nei
professori. E come vuole la sacrosanta legge del
contrappasso, se da un lato si poteva affermare che
possedessi una dote nella scrittura, dall'altro
presentavo profonde e struggenti carenze nella
comunicazione verbale. Il più delle volte ascoltavo la
mia voce spandersi nell'aria, dando vita a pensieri ben
formulati, sensati e lineari, e dopo pochi istanti
potevo sentirla infrangersi su scogli inesistenti,
barriere che solo lei vedeva e da cui non riuscivo a
proteggerla. Allora il viso si accendeva di un rosso
fluorescente, le corde vocali grattavano e
s'impastavano in boli di saliva resa amara
dall'imbarazzo. Ed ogni volta pensavo che sarei
soffocata, nella mia stessa bava e vergogna. Ma non
accadeva mai nulla di così tragico, non arrivava mai
nessuno a salvarmi da quella situazione, ed io
rimanevo impietrita, ebete con l'occhio fisso
sull'interlocutore,divertito e crudele.
“Signorina, con che cosa vuole iniziare?”
Cerco nel labirinto celebrale l'incipit preparato con
cura, fino a pochi minuti fa, oltre quel muro, al di là
del vecchio portone in legno. Dove cazzo sta?
“Vediamo” temporeggia uno dei commissari,
sfogliando la tesina che ho presentato, accuratamente
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