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Nasceva per unire - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera

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Oltrefrontiera<br />

Lontani dal respiro del mondo<br />

Negli anni ‘90 è uscito un fi lm <strong>di</strong> successo interpretato<br />

da Jim Carey, uno degli attori comici americani<br />

<strong>di</strong> maggiore successo negli ultimi anni: Truman<br />

Show. Il fi lm narra <strong>di</strong> un uomo nato e cresciuto in<br />

un reality show creato ad arte intorno a lui e frequentato<br />

solo da attori, che fanno parte del<strong>la</strong> sua<br />

vita come se fossero veri. Il protagonista è l’unico<br />

a non sa<strong>per</strong>e che si tratti <strong>di</strong> uno show televisivo e<br />

vive in un mondo <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica fatto <strong>di</strong> cose semplici,<br />

sentimenti moderati e vite <strong>di</strong> successo, dove tutto<br />

si ripete giorno <strong>per</strong> giorno senza storture e senza<br />

imprevisti proprio come nel copione <strong>di</strong> un fi lm.<br />

Lo guardai da studente universitario a Torino e<br />

stentai a coglierne il signifi cato, sebbene affascinato<br />

dall’idea cinematografi ca. Questa sensazione<br />

d’iso<strong>la</strong>mento e lontananza dal<strong>la</strong> realtà emerge anche<br />

dall’osservazione del <strong>di</strong>battito pubblico in Italia<br />

che non sta dando il meglio <strong>di</strong> sé anche <strong>di</strong> fronte<br />

all’opinione pubblica internazionale. L’attualità italiana<br />

ha in comune con <strong>la</strong> versione hollywoo<strong>di</strong>ana<br />

quello <strong>di</strong> essere incre<strong>di</strong>bilmente lontano dal respiro<br />

del Mondo. A fronte del<strong>la</strong> rivoluzione geopolitica<br />

<strong>di</strong> portata epocale che sta travolgendo i Paesi Arabi<br />

ed il Me<strong>di</strong>o Oriente con impatti sul bacino del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo, <strong>la</strong> cui portata sarà probabilmente<br />

paragonabile a quel<strong>la</strong> che <strong>la</strong> Rivoluzione del 1989<br />

ebbe sull’Europa Continentale, a fronte dei rivolgimenti<br />

economici che ci chiamano ormai da anni<br />

al<strong>la</strong> ridefi nizione del nostro ruolo e a misure tese<br />

ad aumentare drasticamente <strong>la</strong> competitività del<strong>la</strong><br />

nostra economia, il più grande Paese del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

ed ex settima potenza industriale del Mondo<br />

si occupa d’altro: giustizia, comunismo, fascismo,<br />

<strong>la</strong> satira <strong>di</strong> Sanremo: se prende in giro <strong>la</strong> destra,<br />

dovrà prendere in giro anche <strong>la</strong> sinistra? Solo il<br />

<strong>di</strong>battito scaturito dal referendum su Mirafi ori<br />

voluto da Marchionne sembra averci <strong>per</strong> una settimana<br />

costretto a renderci conto che l’Italia (<strong>per</strong><br />

fortuna) non è iso<strong>la</strong>ta da ciò che <strong>la</strong> circonda, non<br />

è una zattera che può <strong>per</strong>mettersi <strong>di</strong> muoversi in<br />

acque chete mentre l’oceano dell’economia internazionale<br />

è in tempesta: naturalmente l’occasione<br />

è stata <strong>per</strong>sa. Invece <strong>di</strong> entrare nel merito del<strong>la</strong><br />

questione e magari approfi ttarne <strong>per</strong> <strong>la</strong>nciare un<br />

programma <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o del<strong>la</strong> competitività <strong>di</strong> sistema<br />

<strong>per</strong> i prossimi anni, il <strong>di</strong>battito si è spostato<br />

sul piano ideologico, generando inevitabilmente<br />

uno scontro frontale che ha fi nito <strong>per</strong> ignorare il<br />

problema. Tutto ciò mentre il meglio delle nostre<br />

PMI nel Nord continua a migrare verso i mercati<br />

confi nanti <strong>di</strong> <strong>Svizzera</strong>, Austria e Slovenia al<strong>la</strong> ricerca<br />

<strong>di</strong> un sistema sociale funzionante e <strong>di</strong> un fi sco<br />

più favorevole. Mentre il Mondo in queste settimane<br />

par<strong>la</strong> dell’Italia nelle pagine del<strong>la</strong> cronaca<br />

rosa con toni poco lusinghieri, le nostre televisioni<br />

pubbliche e private sono invase da programmi<br />

<strong>di</strong> Fabrizio Macrì<br />

d’intrattenimento il cui obiettivo primario sembra<br />

essere quello <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che l’opinione pubblica<br />

si occupi <strong>di</strong> ciò che le succede attorno. Programmi<br />

<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento trasformati dal<strong>la</strong> religione del<br />

<strong>per</strong>enne contrad<strong>di</strong>ttorio in pol<strong>la</strong>i in cui i politici si<br />

ur<strong>la</strong>no anatemi incomprensibili, non aiutano nessuno<br />

ad approfon<strong>di</strong>re un bel niente. La retorica del<br />

<strong>di</strong>battito politico italiano, vede spesso i politici più<br />

virtuosi preoccuparsi dello “scol<strong>la</strong>mento del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />

politica dal<strong>la</strong> realtà del Paese”, qui poniamo il<br />

problema dello scol<strong>la</strong>mento del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse <strong>di</strong>rigente<br />

italiana dal<strong>la</strong> realtà del Mondo. Quale riforma potrà<br />

essere mai introdotta, quale cambiamento potrà<br />

mai essere sensato se non si tiene conto <strong>di</strong> come<br />

funzionano i Paesi con i quali le nostre imprese<br />

competono sui mercati esteri? Assistere ad un’intervista<br />

del Premier Greco Papandreu al<strong>la</strong> CNN<br />

che chiede scusa <strong>per</strong> <strong>la</strong> ma<strong>la</strong> gestione dei conti<br />

pubblici greci e risponde senza tema alle domande<br />

dei giornalisti economici americani nel merito alle<br />

questioni <strong>di</strong> fi nanza pubblica in un <strong>per</strong>fetto inglese<br />

del New Eng<strong>la</strong>nd, grazie ai suoi stu<strong>di</strong> a Boston,<br />

fa venire i brivi<strong>di</strong> se si pensa ai nostri giornalisti<br />

sbeffeggiati ed intimi<strong>di</strong>ti in conferenza stampa da<br />

esponenti politici italiani che lungi dal conoscere<br />

le lingue straniere si esprimono pubblicamente con<br />

termini <strong>di</strong>alettali e se ne vantano. Mentre si prende<br />

atto dall’estero <strong>di</strong> questo scol<strong>la</strong>mento, viene in<br />

mente <strong>la</strong> scena del fi lm il G<strong>la</strong><strong>di</strong>atore <strong>di</strong> Ridley Scott<br />

in cui il protagonista Massimo Decimo Meri<strong>di</strong>o,<br />

comandante delle legioni <strong>di</strong> stanza in Germania,<br />

ridotto al rango <strong>di</strong> schiavo e g<strong>la</strong><strong>di</strong>atore, prima <strong>di</strong><br />

entrare a combattere nell’arena del Colosseo esc<strong>la</strong>ma<br />

incredulo e rabbioso: “Marco Aurelio aveva un<br />

sogno che era Roma, ma non è questo, non è questo”.<br />

Proprio come Russel Crowe in quel memorabile<br />

fi lm, viene voglia <strong>di</strong> reagire e fare <strong>di</strong> tutto <strong>per</strong> porre<br />

fi ne al Panem et Circenses che ha trasferito il Paese in<br />

una <strong>di</strong>mensione quasi onirica, palpabile soprattutto<br />

quando si accende <strong>la</strong> TV. Quando leggo <strong>per</strong>ò che<br />

siamo capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>viderci anche sulle celebrazioni<br />

del 17 marzo de<strong>di</strong>cate all’Unità d’Italia, mi chiedo<br />

se abbia senso porre <strong>la</strong> questione del riscatto e del<br />

ritorno al<strong>la</strong> realtà in un Paese che sembra anche<br />

aver <strong>per</strong>so <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione <strong>di</strong> se stesso e non ha voglia<br />

<strong>di</strong> celebrare neanche <strong>la</strong> propria identità. È questa<br />

sensazione d’immobilismo, mancanza <strong>di</strong> obiettivi e<br />

lontananza dal Mondo che <strong>la</strong>scia sgomenti. Quando<br />

attraverso l’Italia ed incontro <strong>per</strong>sone bril<strong>la</strong>nti,<br />

imprese eccellenti, gente vivace, città splen<strong>di</strong>de,<br />

cupole, cattedrali, resti archeologici, paesaggi unici,<br />

sembra impossibile che debba <strong>per</strong> forza andare<br />

così e penso ai nostri 150 anni e a Luciano Ligabue,<br />

quando nel<strong>la</strong> sua malinconica bal<strong>la</strong>ta de<strong>di</strong>cata al<br />

nostro Paese esc<strong>la</strong>ma: “Buonanotte all’Italia che si fa<br />

o si muore...tutta questa bellezza senza navigatore..”.<br />

<strong>la</strong> Rivista<br />

n. 3 - Marzo 2011<br />

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