Nasceva per unire - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
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d’Israele, è punito con <strong>la</strong> follia. Abigaille, presunta fi glia<br />
del re babilonese, sostituisce Nabucco e manda a morte<br />
<strong>la</strong> <strong>di</strong> lui fi glia Fenena, sua rivale d’amore. A questo<br />
punto Nabucco rinsavisce e, dopo essersi convertito al<br />
Dio degli Israeliani a causa del<strong>la</strong> morte del<strong>la</strong> fi glia, libera<br />
gli ebrei dal giogo del<strong>la</strong> schiavitù e induce Abigaille al<br />
suici<strong>di</strong>o. La trasposizione biblica serve al compositore<br />
<strong>per</strong> su<strong>per</strong>are le maglie del<strong>la</strong> censura. Il pubblico italiano,<br />
infatti, non fatica a rispecchiarsi nelle vicende del popolo<br />
d’Israele oppresso dall’invasore straniero. Questo<br />
processo d’identifi cazione non è soltanto narrativo. Dal<br />
punto <strong>di</strong> vista formale, Ver<strong>di</strong> conferisce grande importanza<br />
al coro. Sulle scene non ci sono soltanto dei <strong>per</strong>sonaggi<br />
ben defi niti con i loro drammi ma, come nel<strong>la</strong><br />
tra<strong>di</strong>zione del teatro greco, c’è un’intera comunità. Ver<strong>di</strong><br />
scopre il popolo e ne inscena aspettative e virtù.<br />
Valori democratici e progressisti<br />
L’ideale ver<strong>di</strong>ano si <strong>di</strong>mostra assai propositivo e ottimista<br />
e conquista in breve tempo le p<strong>la</strong>tee. Questo è il<br />
segreto del<strong>la</strong> grande popo<strong>la</strong>rità del parmense: egli riesce<br />
a farsi portavoce <strong>di</strong> una borghesia che, non ancora<br />
egemone, è portatrice <strong>di</strong> valori fortemente democratici<br />
e progressisti. La tecnica anticensoria <strong>di</strong> allontanare cronologicamente<br />
le vicende dal contesto contemporaneo<br />
continuerà anche successivamente.<br />
Con I lombar<strong>di</strong> al<strong>la</strong> prima crociata, <strong>per</strong>ò, l’esotismo è abbandonato<br />
a favore <strong>di</strong> una citazione <strong>di</strong>retta del<strong>la</strong> realtà<br />
mi<strong>la</strong>nese. Le aspirazioni dei primi crociati mi<strong>la</strong>nesi portano<br />
a un nuovo processo d’identifi cazione del pubblico<br />
che sempre più <strong>per</strong>cepisce Ver<strong>di</strong> come portavoce culturale<br />
e politico. Con Ernani, tratto da Hugo, comincia <strong>la</strong><br />
col<strong>la</strong>borazione con il fi dato librettista Francesco Maria<br />
Piave. Durante lo spettacolo andato in scena <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima<br />
volta nel 1844 al teatro del<strong>la</strong> Fenice, i veneziani intonarono<br />
insieme al coro Si ridesti il leon <strong>di</strong> Castiglia.<br />
Anche durante <strong>la</strong> messa in scena <strong>di</strong> Atti<strong>la</strong>, o<strong>per</strong>a poco<br />
conosciuta del Ver<strong>di</strong>, ma comunque solida dal punto <strong>di</strong><br />
vista formale, gli accompagnamenti del coro da parte del<br />
pubblico si susseguirono. Persino l’insospettabile Macbeth<br />
fu <strong>per</strong>cepito come allusione al<strong>la</strong> situazione politica<br />
contemporanea.<br />
Passione civile e anticonformismo<br />
Le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> sono <strong>di</strong>retta conseguenza <strong>di</strong> una grande<br />
passione civile. Ver<strong>di</strong> è artista che vive nel<strong>la</strong> società<br />
del tempo e che non si chiude nel<strong>la</strong> torre d’avorio. Nelle<br />
sue o<strong>per</strong>e non troviamo soltanto l’apologia delle aspirazioni<br />
<strong>di</strong> una c<strong>la</strong>sse emergente, ma anche una malce<strong>la</strong>ta<br />
attrazione nei confronti delle fi gure ribelli al potere costituito.<br />
I masna<strong>di</strong>eri e Il corsaro sono l’esempio più fulgi-<br />
do <strong>di</strong> questo aspetto non secondario del<strong>la</strong> drammaturgia<br />
ver<strong>di</strong>ana. Pure <strong>la</strong> Violetta de La traviata rappresenta<br />
l’apice dell’anticonformismo ver<strong>di</strong>ano e una critica al<br />
puritanesimo borghese. Citando Gramsci, possiamo <strong>di</strong>re<br />
che Ver<strong>di</strong> riuscì a incarnare lo spirito nazionalpopo<strong>la</strong>re<br />
del tempo. La costituzione del<strong>la</strong> Repubblica Romana, a<br />
seguito dei moti del 1848, <strong>per</strong>mise all’artista <strong>di</strong> comporre<br />
un’o<strong>per</strong>a <strong>di</strong>chiaratamente patriottica. La battaglia <strong>di</strong> Legnano,<br />
scritta su libretto <strong>di</strong> Salvatore Cammarano, andò<br />
in scena <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta il 27 gennaio 1849 al Teatro<br />
Argentina <strong>di</strong> Roma. Le vicende sono ambientate a Mi<strong>la</strong>no<br />
e Como e trattano del<strong>la</strong> lotta dei Comuni lombar<strong>di</strong><br />
contro l’im<strong>per</strong>atore Federico Barbarossa. Sullo sfondo <strong>di</strong><br />
questa battaglia si svolgono le intricate vicende <strong>di</strong> Ro<strong>la</strong>ndo,<br />
Arrigo e <strong>di</strong> Li<strong>di</strong>a. Quest’ultima, promessa sposa<br />
<strong>di</strong> Arrigo, <strong>per</strong> volontà del padre sposa Ro<strong>la</strong>ndo. Arrigo,<br />
creduto morto, è ritrovato da Ro<strong>la</strong>ndo durante <strong>la</strong> battaglia.<br />
Proprio il ritorno <strong>di</strong> Arrigo scatena <strong>la</strong> gelosia <strong>di</strong><br />
Ro<strong>la</strong>ndo che imprigiona invano Arrigo in una torre <strong>per</strong><br />
poterlo accusare <strong>di</strong> <strong>di</strong>serzione. Il Barbarossa viene sconfi<br />
tto nel<strong>la</strong> Battaglia <strong>di</strong> Legnano e tra i lombar<strong>di</strong> tornati<br />
vittoriosi, c’è anche Arrigo, in fi n <strong>di</strong> vita. Il protagonista<br />
muore tenendo in pugno vicino a cuore il vessillo del<br />
Carroccio.<br />
Volontà d’in<strong>di</strong>pendenza<br />
Il successo dell’o<strong>per</strong>a richiamò l’attenzione <strong>di</strong> molti teatri<br />
italiani che, <strong>per</strong>ò, furono costretti a chiedere al musicista<br />
importanti cambiamenti dal punto <strong>di</strong> vista narrativo.<br />
Le vicende del<strong>la</strong> Lega Lombarda non potevano<br />
che essere citate <strong>di</strong>rettamente nel<strong>la</strong> Repubblica romana!<br />
Anche in questo caso è curioso osservare come l’emblema<br />
storico delle tensioni separatistiche del Nord, fosse<br />
allora un simbolo assolutamente unitario a testimonianza<br />
del<strong>la</strong> legittimità del<strong>la</strong> volontà d’in<strong>di</strong>pendenza italiana:<br />
miracoli dell’utilizzo improprio del<strong>la</strong> storia <strong>per</strong> fi ni<br />
politici. Nel 1855, Giuseppe Ver<strong>di</strong> è a Parigi e scrive e I<br />
vespri siciliani, tratto da Scribe.<br />
Anche questo titolo al <strong>di</strong> fuori del contesto parigino<br />
dovette subire pesanti manomissioni <strong>per</strong> poter essere<br />
accettato dagli imp<strong>la</strong>cabili censori. Fu una delle ultime<br />
o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> chiaro stampo patriottico del genio musicale<br />
italiano. Il 10 gennaio 1859 Vittorio Emanuele pronunciò<br />
il famoso <strong>di</strong>scorso davanti al Par<strong>la</strong>mento che sancì defi -<br />
nitivamente <strong>la</strong> volontà del Piemonte <strong>di</strong> farsi promotore<br />
dell’unità nazionale. Il grido “Viva Ver<strong>di</strong>”, ovvero viva<br />
Vittorio Emanuele re d’Italia, <strong>di</strong>venne allora sempre più<br />
frequente nelle strade e i nei teatri italiani. Un grido che<br />
testimonia, più che gli ideali monarchici del popolo italiano,<br />
il grande ruolo culturale e politico che svolsero le<br />
note del nostro genio musicale durante il Risorgimento.<br />
<strong>la</strong> Rivista<br />
n. 3 - Marzo 2011<br />
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