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Nasceva per unire - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera

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80<br />

Starbene<br />

Attività fi sica <strong>per</strong> su<strong>per</strong>are<br />

il cancro al<strong>la</strong> prostata<br />

La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> un tumore non deve indurre rinchiudersi<br />

in casa. Se si riesce a fare una nuotata, una partita a<br />

tennis o una corsa nel parco, ci si può anche allungare<br />

<strong>la</strong> vita. È quanto emerge da un recente stu<strong>di</strong>o pubblicato<br />

sul Journal of Clinical Oncology, secondo il quale i ma<strong>la</strong>ti<br />

<strong>di</strong> cancro al<strong>la</strong> prostata che praticano attività fi sica <strong>per</strong><br />

più <strong>di</strong> tre ore a settimana hanno il 61% <strong>di</strong> probabilità<br />

in più <strong>di</strong> sopravvivere rispetto a chi, nell’arco dei sette<br />

giorni, fa esercizio <strong>per</strong> non più <strong>di</strong> un’ora. Lo stu<strong>di</strong>o ha<br />

valutato l’intensità, <strong>la</strong> durata e <strong>la</strong> qualità dell’attività fi -<br />

sica svolta tra il 1990 e il 2008 da 2.700 uomini con accertato<br />

cancro al<strong>la</strong> prostata. È risultato che emerso che,<br />

in quel tipo <strong>di</strong> pazienti, anche solo camminare a passo<br />

spe<strong>di</strong>to <strong>per</strong> almeno un’ora e mezza <strong>la</strong> settimana serviva<br />

quasi a <strong>di</strong>mezzare il rischio <strong>di</strong> morte. Perché il vantaggio<br />

fosse ancora più evidente si dovevano <strong>per</strong>ò considerare<br />

gli uomini che svolgevano un esercizio fi sico più intenso,<br />

nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> almeno tre ore settimanali.<br />

Come questo avvenga, <strong>per</strong>ò non è del tutto chiaro. Una<br />

possibile spiegazione potrebbe essere legata al ruolo che<br />

l’attività fi sica ha nell’aumentare <strong>la</strong> sensibilità all’insulina,<br />

infl uenzando <strong>di</strong> conseguenza l’attività <strong>di</strong> altri ormoni<br />

corre<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> proliferazione cellu<strong>la</strong>re e al<strong>la</strong> produzione<br />

<strong>di</strong> nuovi vasi, determinanti nel<strong>la</strong> crescita <strong>di</strong> un tumore.<br />

Inoltre, l’esercizio musco<strong>la</strong>re rafforza il sistema immunitario<br />

e <strong>di</strong>minuisce <strong>la</strong> concentrazione <strong>di</strong> fattori infi ammatori,<br />

ma <strong>per</strong> conoscere i precisi meccanismi moleco<strong>la</strong>ri<br />

implicati in questi fenomeni occorreranno ulteriori stu<strong>di</strong>.<br />

L’arancia è buona e fa bene, anche <strong>di</strong> sera<br />

<strong>la</strong> Rivista<br />

n. 3 - Marzo 2011<br />

Alle uova si è ristretto<br />

il colesterolo<br />

Meno colesterolo e più vitamina D: l’uovo dei nostri<br />

tempi, secondo uno stu<strong>di</strong>o americano, è molto più sano<br />

che in passato. Tanto che qualcuno prova a sfornare il<br />

proverbio “eating one egg a day is ok”, sul<strong>la</strong> falsa riga del<strong>la</strong><br />

me<strong>la</strong> al giorno che toglie il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> torno. Ma i nutrizionisti<br />

non sono d’accordo.<br />

La ricerca è stata condotta dall’Agricultural Research<br />

Service del Dipartimento <strong>di</strong> Agricoltura americano, che<br />

ha rilevato come rispetto agli ultimi esami del contenuto<br />

nutritivo dell’uovo, datati 2002, questo prodotto abbia<br />

oggi una quantità inferiore <strong>di</strong> colesterolo nel<strong>la</strong> misura<br />

del 14%. Inoltre, è emerso che le uova contengono il 64<br />

<strong>per</strong> cento in più <strong>di</strong> vitamina D (deputata al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione<br />

<strong>di</strong> calcio e fosforo nell’organismo) rispetto a quanto<br />

si era creduto fi nora. In partico<strong>la</strong>re un uovo americano<br />

me<strong>di</strong>o nel 2011 ha un contenuto <strong>di</strong> colesterolo <strong>di</strong> 185<br />

milligrammi, a fronte del limite <strong>di</strong> 300 milligrammi consigliato<br />

dalle linee guida dei <strong>di</strong>etologi e del<strong>la</strong> soglia dei<br />

200 milligrammi giornalieri che non dovrebbe oltrepassare<br />

chi ha una propensione alle ma<strong>la</strong>ttie car<strong>di</strong>ovasco<strong>la</strong>ri.<br />

Malgrado queste rive<strong>la</strong>zioni, a lume <strong>di</strong> naso appare fondato<br />

il vecchio luogo comune che suggerisce <strong>di</strong> limitare<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> questo alimento.<br />

È vero infatti che un uovo ha una quantità <strong>di</strong> colesterolo<br />

abbondantemente al <strong>di</strong> sotto dei limiti, ma è vero<br />

anche che con un tuorlo una <strong>per</strong>sona si gioca quasi i<br />

due terzi del<strong>la</strong> dote giornaliera <strong>di</strong> colesterolo a propria<br />

<strong>di</strong>sposizione.<br />

Dici arancia e l’associazione va al<strong>la</strong> vitamina C, essenziale <strong>per</strong> ossa, denti e vasi sanguigni,<br />

oltre che come antiossidante. Le arance contengono anche fl avonoi<strong>di</strong>, sempre più stu<strong>di</strong>ati<br />

<strong>per</strong> il loro potenziale ruolo nel<strong>la</strong> protezione da alcuni tumori e dalle ma<strong>la</strong>ttie car<strong>di</strong>ovasco<strong>la</strong>ri.<br />

In uno stu<strong>di</strong>o pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition, alcuni ricercatori<br />

francesi, <strong>per</strong> 4 settimane, hanno somministrato quoti<strong>di</strong>anamente a 24 uomini sovrappeso,<br />

alternandoli, mezzo litro <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arancia, mezzo litro <strong>di</strong> una bevanda con pari contenuto<br />

<strong>di</strong> zuccheri e calorie, con due capsule <strong>di</strong> es<strong>per</strong>i<strong>di</strong>na (un fl avonoide presente quasi esclusivamente<br />

negli agrumi), e <strong>la</strong> stessa bevanda con aggiunta <strong>per</strong>ò <strong>di</strong> due capsule inerti.<br />

Sia con il succo, sia con l’es<strong>per</strong>i<strong>di</strong>na si è osservata una signifi cativa riduzione del<strong>la</strong> pressione<br />

“minima”, che non è stata rilevata con il p<strong>la</strong>cebo. Inoltre, con l’es<strong>per</strong>i<strong>di</strong>na e con il succo si sono osservate mo<strong>di</strong>fi che<br />

positive del<strong>la</strong> funzionalità dell’endotelio, che non è solo <strong>la</strong> sottilissima membrana che riveste i vasi sanguigni, ma<br />

è un tessuto con numerosi compiti, tra cui <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione del passaggio delle sostanze trasportate dal sangue e del<br />

tono dei vasi, da cui <strong>di</strong>pende <strong>la</strong> pressione. Una <strong>di</strong>sfunzione dell’endotelio è una causa importante nell’inizio, e nel<strong>la</strong><br />

progressione, dell’arteriosclerosi. Quin<strong>di</strong> l’arancia è buona e fa bene, anche al<strong>la</strong> sera. Inoltre, rispetto al succo, il frutto<br />

intero resta <strong>la</strong> scelta migliore <strong>per</strong> contenuto <strong>di</strong> fi bra, <strong>per</strong> capacità <strong>di</strong> saziare e <strong>per</strong>ché in genere fornisce meno zuccheri.

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