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Nasceva per unire - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera

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Diapason <strong>di</strong> Luca D’Alessandro<br />

Lorenzo Cherubini Jovanotti - ORA (Universal)<br />

Un album che non fa pensare, ma rifl ettere. Nel senso buono. Sì, <strong>per</strong>ché<br />

Jovanotti è e rimarrà un mito <strong>per</strong> una generazione intera, i cui brani<br />

nessuno si scorderà mai, <strong>per</strong>ché sono autentici, in un certo senso semplici,<br />

ciononostante profon<strong>di</strong>. Ora, un mé<strong>la</strong>nge tra energia e malinconia, tra<br />

sentimenti e vivacità, è l’essenza <strong>di</strong> un lungo <strong>la</strong>voro durante un <strong>per</strong>iodo<br />

<strong>di</strong>ffi cile <strong>per</strong> il cantante, dopo <strong>la</strong> scomparsa del<strong>la</strong> madre. Jovanotti rimane<br />

in parte nel suo stile, in certi momenti riveste tutto in un ambiente nuovo,<br />

puntando sull’elettronico e sferico come ad esempio in Tutto l’amore che<br />

ho. Ci sono poi canzoni che puntano sul<strong>la</strong> dance come Spingo il tempo al<br />

massimo o Io danzo, in cui sono coinvolti beat e sintetizzatori. Dall’altro<br />

<strong>la</strong>to si trovano brani tra<strong>di</strong>zionali, come il rock <strong>di</strong> Il più grande spettacolo<br />

dopo il big bang e <strong>la</strong> bal<strong>la</strong>ta Le tasche piene <strong>di</strong> sassi.<br />

Pleroma - ROSSO COLORE D’AMORE (K-Tel)<br />

La <strong>Svizzera</strong> – <strong>la</strong> nuova terra d’origine del duro rock italiano? Chissà? Almeno<br />

si potrebbe pensarlo, ascoltando i Pleroma, gruppo rock-pop composto <strong>di</strong><br />

musicisti italo-svizzeri che con il loro secondo album dal titolo Rosso Colore<br />

D’Amore ci raccomandano un menù dal sapore robusto, sa<strong>la</strong>to, ruvido,<br />

come <strong>di</strong>mostrano, ad esempio, i brani Vaffanculo, Solo Tu e Feel My Anger. I<br />

ragazzi stessi si defi niscono degli chef del rock; dei cuochi che mesco<strong>la</strong>no<br />

degli ingre<strong>di</strong>enti provenienti da cis- e oltralpe in un unico pentolone;<br />

sostanze che – portate in ebollizione – emanano un’energia allucinante. Ma<br />

attenzione: in ogni menù si nasconde un dessert. Quello si manifesta in un<br />

brano fragile, quasi sensibile come Una questione <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità. L’album è stato<br />

ideato da Thomas J. Gyger, produttore che nel passato ha col<strong>la</strong>borato con<br />

musicisti svizzeri <strong>di</strong> grande fama, come DJ Bobo e Gölä.<br />

F<strong>la</strong>bby - ANYTHING CAN HAPPEN (Rnc Music)<br />

Al momento il jazz leggero va molto forte in Italia. Jazz leggero? Pardon,<br />

qui ci vuole un chiarimento: con jazz leggero s’intende un misto tra <strong>la</strong><br />

bossanova, lo swing, <strong>la</strong> musica da big band e quel<strong>la</strong> cinematografi ca degli<br />

anni Sessanta, come <strong>la</strong> conosciamo da Piero Umiliani o Armando Trovajoli.<br />

E in questa categoria si inseriscono i F<strong>la</strong>bby, ovvero i deejay ra<strong>di</strong>ofonici Ross<br />

Pellecchia, Fab Fiore e Andrea De Sabato, che con il loro album Anything<br />

Can Happen portano avanti una tra<strong>di</strong>zione musicale stabilitasi nel primo<br />

decennio <strong>di</strong> questo secolo, un genere dei ritmi soffi ci e leggeri, de<strong>di</strong>cati a<br />

coloro che amano girare in automobile <strong>di</strong> notte cercando un bar a<strong>per</strong>to.<br />

Il progetto è nato proprio in un ambiente così: nel lontano 1996 i tre<br />

s’incontrano in un bar, e gustandosi qualche drink, si accorgono <strong>di</strong> avere<br />

una forte passione comune – un sentimento che loro stessi riassumono nel<br />

titolo F<strong>la</strong>bby. Ascoltare <strong>per</strong> capire.<br />

Nathalie - VIVO SOSPESA (Sony)<br />

È giovane, sa suonare il pianoforte e ha una presenza sicura. Nathalie, <strong>la</strong><br />

cantautrice <strong>di</strong> origine italo-belga, è riuscita a entusiasmare il grande pubblico<br />

al 61° Festival del<strong>la</strong> Canzone <strong>Italiana</strong> con Vivo Sospesa, una bal<strong>la</strong>ta in cui<br />

<strong>la</strong> giovane ci racconta come s<strong>per</strong>anze e possibilità insegnino a rendere il<br />

dolore un punto <strong>di</strong> forza. Il brano s’inserisce <strong>per</strong>fettamente nel<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione<br />

del cantautorato italiano.<br />

E sono molti – primo <strong>di</strong> tutti Gianni Moran<strong>di</strong> – a vedere in lei un astro<br />

nascente dello spettacolo musicale italiano. Staremo a vedere. Al momento<br />

sono in tante, le stelle nascenti, siamo comunque certi che Nathalie, grazie<br />

al<strong>la</strong> sua eleganza, sofi sticatezza e vocalità ve<strong>la</strong>ta ha tutto il potenziale <strong>per</strong><br />

accendersi. Intanto ci gustiamo il suo debutto, anch’esso intito<strong>la</strong>to Vivo<br />

Sospesa e, chissà, forse tra qualche tempo riparleremo del suo secondo<br />

album: qui, nel nostro <strong>di</strong>apason.<br />

<strong>la</strong> Rivista<br />

n. 3 - Marzo 2011<br />

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