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Nasceva per unire - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera

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NELLA RICORRENZA DEL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA<br />

Camillo Benso conte <strong>di</strong> Cavour:<br />

il grande «tessitore»<br />

«La negazione <strong>di</strong> Dio...»<br />

È stato calco<strong>la</strong>to che le <strong>per</strong>sone incarcerate o mandate<br />

al confi no in piccole isole furono oltre 20.000. Tra i tanti<br />

condannati ci furono il mazziniano Silvio Spaventa e il<br />

liberale Carlo Poerio, che aveva fatto parte del governo<br />

costituzionale. Le sofferenze <strong>di</strong> questi <strong>per</strong>seguitati sono<br />

testimoniate nelle Ricordanze <strong>di</strong> Luigi Settembrini che,<br />

dopo essere stato arrestato al<strong>la</strong> fi ne del ’49, subì nel<br />

’51 <strong>la</strong> condanna a morte poi commutata in ergastolo<br />

da scontare nell’iso<strong>la</strong> <strong>di</strong> Santo Stefano, da dove nel ’59<br />

venne fatto imbarcare insieme ad altri condannati <strong>per</strong><br />

essere deportato in America. Con un colpo <strong>di</strong> mano il<br />

fi glio Raffaele fece <strong>di</strong>rottare <strong>la</strong> nave verso l’Inghilterra,<br />

dove Settembrini sarebbe rimasto fi no al<strong>la</strong> primavera<br />

del 1860. Anche Francesco De Sanctis, giovane professore<br />

universitario, che nel ’48 aveva combattuto sulle<br />

barricate <strong>di</strong> Napoli insieme ai suoi studenti, era stato<br />

arrestato e, nel ’53, costretto a imbarcarsi «in volontario<br />

esilio» <strong>per</strong> l’America, ma allo scalo <strong>di</strong> Malta era riuscito<br />

a fuggire e a recarsi prima a Torino e poi a Zurigo, dove<br />

ricoprirà <strong>la</strong> carica <strong>di</strong> primo professore del<strong>la</strong> cattedra <strong>di</strong><br />

italiano al Politecnico federale.<br />

Alle testimonianze <strong>di</strong> tanti patrioti combattenti, che<br />

potrebbero sembrare <strong>di</strong> parte, fanno riscontro quelle a<br />

volte più crude dei viaggiatori stranieri che visitavano<br />

Napoli e <strong>la</strong> Sicilia. Uno <strong>per</strong> tutti, basta ricordare il secco<br />

e rigoroso giu<strong>di</strong>zio espresso da Guglielmo G<strong>la</strong>dstone<br />

che, dopo aver visitato il Regno, lo defi nì «<strong>la</strong> negazione<br />

<strong>di</strong> Dio eretta a sistema <strong>di</strong> governo». La descrizione del<br />

futuro celebre statista inglese, <strong>per</strong> quanto non esagerata,<br />

era tuttavia viziata dal fatto che da tempo era ormai<br />

fi nito l’i<strong>di</strong>llio tra <strong>la</strong> corte lon<strong>di</strong>nese e quel<strong>la</strong> partenopea.<br />

I politici del Regno Unito erano ormai impegnati<br />

<strong>di</strong> Tindaro Gatani<br />

Dopo che <strong>la</strong> prima Guerra d’in<strong>di</strong>pendenza si era conclusa con <strong>la</strong> sconfi tta dei patrioti liberali e il ritorno<br />

sul loro trono dei vecchi sovrani, sull’Italia ritornò a spirare un forte vento <strong>di</strong> «restaurazione», ancora più<br />

lugubre <strong>di</strong> quello che era seguito al Congresso <strong>di</strong> Vienna. La politica reazionaria contro gli oppositori ai<br />

vari regimi si manifestò ben presto sotto forma <strong>di</strong> severe punizioni, <strong>di</strong> arresti, <strong>di</strong> carcere duro. Come dopo il<br />

1815 anche adesso ad appoggiare le <strong>per</strong>secuzioni politiche c’era l’Austria con tutto il suo potente apparato<br />

poliziesco e <strong>di</strong>plomatico. Partico<strong>la</strong>rmente feroce fu <strong>la</strong> repressione nel Regno delle due Sicilie, il cui sovrano,<br />

Fer<strong>di</strong>nando II <strong>di</strong> Borbone, già agli inizi del 1849, dopo aver sciolto con <strong>la</strong> forza il Par<strong>la</strong>mento e abrogato <strong>la</strong><br />

Costituzione, organizzò squadre speciali <strong>di</strong> polizia politica <strong>per</strong> <strong>la</strong> cattura <strong>di</strong> quanti avevano partecipato ai<br />

sollevamenti popo<strong>la</strong>ri. Gruppi ben organizzati e istruiti <strong>di</strong> poliziotti, appoggiati dalle truppe, si spostavano<br />

<strong>di</strong> città in città <strong>per</strong> compiere vere e proprie retate <strong>di</strong> patrioti liberali.<br />

Camillo Benso conte <strong>di</strong> Cavour in un ritratto <strong>di</strong> Francesco Hayez.<br />

a preparare <strong>la</strong> loro opinione pubblica ad appoggiare<br />

un eventuale intervento nel Regno borbonico. Meno<br />

rigorosa fu <strong>la</strong> restaurazione in Toscana e nello Stato<br />

Pontifi cio. Il granduca Leopoldo II, appena ritornato<br />

sul suo trono toscano, si «limitò» al<strong>la</strong> sospensione del<strong>la</strong><br />

Costituzione, ad arresti e processi che si conclusero<br />

con l’esilio dei maggiori imputati. Papa Pio IX affi dò <strong>la</strong><br />

campagna repressiva a una commissione <strong>di</strong> tre car<strong>di</strong>nali<br />

che, <strong>per</strong> il loro esagerato rigore furono costretti a<br />

<strong>di</strong>mettersi dallo stesso Papa.<br />

<strong>la</strong> Rivista<br />

n. 3 - Marzo 2011<br />

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