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Sentenza Juventus sullo scandalo doping - Rdes.It

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dovendosi dare importanza ai parametri del bilancio marziale e non solo. Perito e consulenti, infatti,<br />

sono risultati pure d'accordo nel non utilizzare i risultati del lavoro di Parisotto, pur dandosi<br />

concordemente atto della certificazione di provenienza dei dati riferiti dal professor Cazzola,<br />

ancorché non pubblicati, e sono stati d'accordo nel ritenere di non dover tener conto del referto<br />

ematologico riguardante Di Livio datato 28 agosto 1997.<br />

Non è stato raggiunto un accordo sull'utilizzo dei dati di riferimento pubblicati nel protocollo "Io<br />

non rischio la salute", che veniva proposto dai soli consulenti tecnici della difesa. Su tale protocollo,<br />

invocato talvolta pure dal difensore, si tornerà tra un momento parlando del metodo utilizzato dal<br />

perito, ma a proposito dei rapporti tra perito e consulenti della difesa, va rilevato come, ad<br />

eccezione di questo unico aspetto e - si ripete - pur non essendo richiesto che vi fosse alcun<br />

accordo, vi è stato invece accordo su tutto ed il perito, come si metterà in rilievo esaminando il<br />

lavoro da lui svolto, si è scrupolosamente attenuto agli accordi intercorsi con i consulenti tecnici<br />

nella riunione di cui è verbale.<br />

Non si vede, insomma, nessuna seria ragione di lamentele da parte della difesa. Se, poi, ci si è<br />

voluti lamentare del fatto che dopo la prima ed unica riunione non ne erano seguite altre, in un<br />

primo momento evidentemente non ritenute necessarie in quanto nel verbale non si dà atto di<br />

ulteriori appuntamenti, tale lamentela non è riferibile ad atti o ad omissioni del perito, perché<br />

avrebbero dovuto essere, se mai, i consulenti a mettersi in contatto con il perito, cosa che non è<br />

avvenuta e, in ogni caso, anche nel corso del dibattimento e, cioè, nella fase di esposizione dei<br />

risultati peritali assunti con l'esame del perito, i consulenti hanno comunque potuto svolgere tutte le<br />

facoltà previste dal codice di procedura penale, per cui, anche se riferita a tale fase, ogni lamentela<br />

non risulta avere alcun giuridico fondamento.<br />

E veniamo al problema del metodo utilizzato dal perito che è il punto che ha ricevuto da parte della<br />

difesa le critiche maggiori, perché a questo proposito si è voluta presentare la perizia d'Onofrio<br />

come frutto di un metodo bizzarro, quasi come se il perito avesse voluto seguire un percorso del<br />

tutto personale, secondo un metodo anomalo e creato ad hoc e, in ogni caso, privo di fondamento<br />

scientifico.<br />

Il messaggio che è stato lanciato, anche a tal riguardo, non è basato sulla verifica approfondita e<br />

concreta di quanto rilevato dal perito, quanto piuttosto - in sintonia con il descritto atteggiamento<br />

complessivamente assunto dalla difesa - è consistito nella delegittimazione completa e globale delle<br />

risposte del perito, assumendo che ad esse si sarebbe pervenuti attraverso un metodo inusuale e<br />

inaffidabile. Tale messaggio non corrisponde al vero e merita, dunque, di essere chiarito e<br />

rettificato.<br />

Un primo criterio di scelta è stato operato dal perito a proposito dei dati ematologici da prendere in<br />

considerazione. Molti calciatori risultano sottoposti ad esami del sangue in più occasioni, talvolta<br />

eseguiti anche in tempi ravvicinati (qualcuno addirittura lo stesso giorno), presso laboratori diversi<br />

tra loro, quali quello della Banca del Sangue, della clinica Fornaca, dell'Istituto di Medicina dello<br />

Sport e altri ancora. Poiché le differenti modalità di analisi seguite presso più laboratori quasi<br />

sempre danno luogo pure a differenti risultati, in certi casi anche di consistente significato, il perito,<br />

pur non rilevando in concreto significative differenze, ha comunque preferito utilizzare soltanto i<br />

dati ematologici riportati negli esami eseguiti dai calciatori presso la clinica Fornaca di Torino,<br />

ritenuti più affidabili, in quanto più completi, essendo tali esami presenti in atti in numero di gran<br />

lunga maggiore rispetto a tutti gli altri.<br />

Tale scelta risulta condivisa - o comunque non criticata - pure dalla difesa e, pertanto, almeno a tal<br />

riguardo, non sussistono problemi da risolvere, sempre che non si voglia ritenere critico, anche a<br />

questo proposito, il rilievo del difensore che in via generale ha lamentato la mancata utilizzazione<br />

da parte del perito dei tabulati utilizzati dal dottor Agricola, acquisiti dalla dottoressa Lantermo.<br />

La difesa ha rilevato che in tali tabulati c'era tutto, "tutta la storia del sangue degli atleti bianconeri"<br />

e, dunque, non sarebbe chiaro perché il perito che - come si vedrà ha preferito scegliere solo dei<br />

giocatori - non si sia basato invece su tali tabulati, accantonandoli "con una semplice e lapidaria<br />

frase."

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