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Sentenza Juventus sullo scandalo doping - Rdes.It

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Si è pure osservato che il perito ha scelto 20 giocatori e, invece, avrebbe dovuto individuare un<br />

numero più ampio di calciatori, soprattutto se si considera l'arco temporale al quale si riferisce<br />

l'indagine, in cui molti più giocatori risultano essere stati tesserati per la società e si è anche rilevato<br />

come nella stesura delle medie altri avrebbero dovuto essere i criteri da seguire, richiamandosi a tal<br />

riguardo il lavoro di Malcovati che, in verità, viene talvolta ricordato pure dal perito.<br />

Se si rilegge, però, il terzo quesito che è stato posto al perito, si può notare come tutte le<br />

osservazioni difensive non stiano in piedi e, anzi, il perito indicando categorie di giocatori e<br />

andamenti stagionali si è già forse spinto verso i limiti estremi dell'ambito entro il quale era<br />

legittimo che egli potesse muoversi.<br />

Il quesito, infatti, era così formulato:<br />

"Dica il perito, soprattutto alla luce della documentazione acquisita relativamente agli esami del<br />

sangue effettuati periodicamente dai calciatori della <strong>Juventus</strong>,<br />

c) se le riscontrate variazioni nei valori di alcuni degli indicati parametri siano da considerarsi<br />

fisiologiche e siano compatibili con la normale e intensa attività fisica svolta dai calciatori negli<br />

allenamenti e nelle partite ovvero siano invece indicative del fatto che tutti o soltanto alcuni dei<br />

calciatori presi in esame possano aver assunto eritropoietina, preparati a base di ferro o altre<br />

sostanze ovvero possano aver posto in essere altre pratiche per ottenere l'incremento dei valori in<br />

parola."<br />

Risulta subito evidente, insomma, che nessuna media è stata richiesta al perito, nessun andamento<br />

per categoria di calciatori o per stagione calcistica. E' stato richiesto, anzi, di partire dalle<br />

"riscontrate variazioni nei valori di alcuni degli indicati parametri", per giungere al risultato di<br />

stabilire se "tutti o soltanto alcuni dei calciatori presi in esame possano aver assunto..." e così di<br />

seguito.<br />

La scelta dei 20 giocatori effettuata dal perito, dunque, conformemente al quesito a lui posto, è stata<br />

operata sulla base di due principali criteri: il periodo di più lunga appartenenza temporale dei<br />

calciatori alla <strong>Juventus</strong>, con conseguente numero più cospicuo di esami del sangue da poter<br />

valutare; b) l'osservazione di variazioni nei parametri di tali giocatori ritenute maggiormente degne<br />

di approfondimento.<br />

Sono stati scelti, così, 15 atleti (Amoruso, Birindelli, Conte, Del Piero, Deschamps, Di Livio,<br />

Ferrara, Iuliano, Montero, Peruzzi, Pessotto, Rampulla, Tacchinardi, Torricelli e Zidane) sulla base<br />

del primo criterio, mentre alla stregua del secondo criterio Falcioni - la cui scelta tanto ha colpito la<br />

difesa - è stato individuato a causa di un elevato valore di emoglobina (17,7), Padovano e Pecchia<br />

perché risultavano avere valori insolitamente bassi e Dimas e Vialli sono stati verosimilmente scelti<br />

per i loro parametri dall'andamento particolare.<br />

Si può dire, allora, che il perito abbia operato in modo anomalo e non si sia invece attenuto<br />

scrupolosamente al quesito con il quale, facendosi esclusivamente riferimento agli esami del sangue<br />

ai quali risultavano sottoposti i giocatori e alle riscontrate variazioni nei parametri riportati in tali<br />

esami, si chiedeva al perito di dare determinate risposte?<br />

Che cosa c'entrano le medie? Che cosa c'entrano gli andamenti? E i centrocampisti? E che cosa<br />

c'entra lo stesso lavoro di Malcovati con il quesito che era stato posto al professor d'Onofrio?<br />

Si può osservare che è stato proprio il perito che ha talvolta richiamato il lavoro di Malcovati<br />

ovvero che ha fatto riferimento ad alcune medie, ad alcuni andamenti stagionali ovvero ad alcune<br />

categorie di giocatori, quali i centrocampisti. Tali riferimenti, però, dei quali meglio si dirà nel<br />

dettaglio, sono stati riportati dal perito solo per confermare e convalidare certi ragionamenti e certe<br />

conclusioni alle quali egli era già pervenuto e, come si è detto, sono da considerare elementi di<br />

contorno, collocabili ai margini di quanto fosse consentito dal quesito posto. Essi, dunque, non<br />

possono essere sfruttati ed utilizzati per stornare l'attenzione da ciò che era e rimane l'oggetto<br />

principale ed unico della perizia, che è costituito dall'esame dei dettagli non delle medie generali e<br />

spersonalizzate.<br />

Il processo non è uno studio scientifico che deve produrre risultati di ordine generale ed astratto; nel<br />

processo, al contrario, si parte da situazioni ben individuate e definite e si studiano e si

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