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Sentenza Juventus sullo scandalo doping - Rdes.It

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itiene di poter concordare col perito nel constatare a tal riguardo che, indipendentemente dalla<br />

verifica di siffatta affermazione, rimane obiettivamente il dato di controlli molto fitti sui giocatori.<br />

Il criterio della cadenza bimestrale comporta già intrinsecamente il ripetersi di esami in misura che<br />

effettivamente pare sproporzionata, se considerata come precauzione destinata soltanto a<br />

salvaguardare la salute degli atleti. Gli attestati di idoneità alla pratica agonistica, ad esempio, sono<br />

eseguiti con cadenza semestrale.<br />

Se ai controlli bimestrali, poi, si aggiungono magari gli esami che si rendono necessari al momento<br />

del raduno dopo la pausa estiva ovvero in occasione delle convocazioni in Nazionale ovvero per<br />

altri motivi contingenti, come pure l'imputato ha spiegato, allora emerge con assoluta evidenza che i<br />

controlli eseguiti sui calciatori travalicano sicuramente il semplice interesse terapeutico e risultano<br />

finalizzati, quanto meno, alla verifica del perfetto stato di forma del calciatore con diretto<br />

riferimento all'impegno agonistico da sostenere.<br />

A ben vedere, poi, in alcune occasioni e per determinati giocatori, gli esami ematochimici sono stati<br />

ripetuti a distanza di qualche settimana o addirittura di pochi giorni, come è capitato, ad esempio,<br />

per Amoruso in aprile-maggio 1998: Birindelli nel maggio 1998; Conte in agosto 1996 e marzo<br />

1997; Del Piero in gennaio 1996; Deschamps in agosto-settembre-ottobre 1995, nel luglio 1997 e in<br />

dicembre '97-gennaio '98; Di Livio per il quale compaiono esami con cadenza in pratica mensile;<br />

Ferrara nel marzo 1998 e, ancora, Iuliano, Montero, Pessotto e Zidane, come si evince dagli esami<br />

eseguiti, riportati pure nelle tabelle del perito.<br />

Le spiegazioni che sono state offerte a tal riguardo dall'imputato e dalla difesa per alcuni casi -<br />

pochi per la verità - possono anche risultare verosimili, come per i prelievi effettuati nell'agosto<br />

1998, anche se in questo caso forse un esame solo poteva essere già sufficiente, ovvero per i<br />

controlli effettuati su Conte ad inizio settembre 1998. Relativamente a tutti gli altri esami<br />

ravvicinati, però, le spiegazioni offerte non risultano convincenti e appaiono persino un po'<br />

sbrigative.<br />

Si è visto, ad esempio, come il pubblico ministero abbia fatto osservare, che non ha fondamento<br />

sostenere che la ripetizione degli accertamenti sarebbe stata giustificata dalla richiesta dei medici<br />

della Nazionale in previsione degli impegni da affrontare con tale selezione, quando poi gli esami<br />

risultano ripetuti a giocatori neppure convocati.<br />

Analogamente, il perito ha rilevato che non ha molta credibilità logica sostenere che la ripetizione<br />

ravvicinata degli esami potrebbe trovare giustificazione nella presenza di alcuni valori alterati che<br />

perciò andavano ricontrollati, quando però non risulta neppure effettuata una diagnosi o iniziata una<br />

terapia che, oltretutto, in periodi così ravvicinati non avrebbe comunque potuto ottenere effetti<br />

miracolosi.<br />

Neppure grande rilievo si può dare, infine, alla spiegazione secondo cui alcune ripetizioni<br />

ravvicinate di esami sarebbero state giustificate dalla necessità di verificare alcuni incrementi di<br />

CPK, perché tale parametro della creatinfosfochinasi, che come si è visto è molto caro ad Agricola<br />

(come lo è a Locatelli), risulta spesso negli esami di altri giocatori per i quali tuttavia non emergono<br />

verifiche ravvicinate.<br />

Le giustificazioni fornite, insomma, pur se possono servire a spiegare alcune ripetizioni di esami<br />

effettivamente motivate da specifiche ragioni - e forse per questo si è preferito da parte della difesa<br />

allargare il campo degli esempi da considerare, non limitandosi a quelli segnalati dal perito - non<br />

risultano però idonee a convincere della necessità di rinnovare gli accertamenti in tempi ravvicinati<br />

proprio nei casi specificamente presi in esame dal perito, quando cioè è stato contemporaneamente<br />

riscontrato pure un valore di emoglobina poco spiegabile o perché elevato o perché in rapida<br />

diminuzione.<br />

Il perito, dunque, ha esaminato i valori di emoglobina dei giocatori di cui si tratta e, a questo<br />

proposito, va fatta un'ulteriore osservazione perché, guardando i dati relativi ai giocatori<br />

selezionati, si nota che la tendenza è quella ad un progressivo aumento dei valori di emoglobina.<br />

Riguardando i vari esami, si può osservare, infatti come il valore di emoglobina iniziale, nel periodo

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