Sentenza Juventus sullo scandalo doping - Rdes.It
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Come è possibile, dunque, che il giorno dell'udienza gli interessati dichiarassero di non saperne<br />
nulla, tanto che, come detto, veniva pure richiesto un periodo di pausa per consentire al teste e al<br />
difensore di valutare la situazione che, invece, almeno per loro non avrebbe dovuto avere il<br />
carattere della novità?<br />
Se il giudice però l'avesse saputo prima, si sarebbe proceduto quanto meno con maggiore celerità.<br />
Che dire, poi, dei giocatori esaminati come testimoni nelle altre udienze? Solo Zidane è apparso<br />
meno in difficoltà, anche se ha cercato di far passare il proprio messaggio, sostenendo che non si<br />
possono giocare a certi livelli 70 partite l'anno senza l'apporto di alcune sostanze, peraltro non<br />
precisate o meglio da lui genericamente definite vitamine.<br />
Pure Lombardo è stato evanescente in ordine ai medicinali assunti alla Juve, pur se ha ricordato che<br />
in Inghilterra non gli veniva somministrato nulla.<br />
Analoga affermazione l'ha fatta anche Vialli, che nel campionato inglese ha giocato ed ha allenato.<br />
Della sua testimonianza fumosa, in parte si è già detto; basti ricordare che è stato necessario far<br />
ritornare il teste una seconda volta, perché successivamente all'esame testimoniale reso la prima<br />
volta, Vialli ha poi rilasciato un'intervista radiofonica, riportata dai quotidiani, in cui di fatto<br />
modificava alcune affermazioni che lui stesso aveva reso in udienza. Egli, ancora, è risultato del<br />
tutto poco convincente sulla quantità di creatina assunta - a suo dire limitata a soli 5 grammi in un<br />
breve periodo - sul conseguente aumento del peso corporeo e via dicendo.<br />
Considerazioni analoghe, infine, vanno fatte per le dichiarazioni rese da Amoruso, da Baggio, da<br />
Ferrara, da Inzaghi, da Montero e da Peruzzi, anche se quest'ultimo è stato ricordato dal difensore<br />
perché il teste ha riferito di aver assunto 5 grammi di creatina, al pari di Torricelli e Vialli, e questa<br />
affermazione è stata evidentemente ritenuta come un riscontro alle dichiarazioni di Agricola<br />
probante, attendibile e convincente.<br />
E' compito del pubblico ministero valutare gli ulteriori effetti di tali testimonianze che, nell'ambito<br />
di questo processo, per le ragioni di cui si è detto, sono risultate tutte inadeguate e inattendibili.<br />
E' stato persino impossibile comprendere se ed entro quali limiti il dottor Agricola avesse<br />
effettivamente informato i giocatori in ordine alle specialità medicinali somministrate. La maggior<br />
parte dei testimoni ha dichiarato che aveva piena fiducia nel dottor Agricola ed ha fatto riferimento<br />
soltanto all'assunzione di integratori e vitamine, in aggiunta alle striminzite spiegazioni che si sono<br />
rese necessarie per giustificare l'assunzione dei farmaci risultanti dalle dichiarazioni<br />
precedentemente effettuate in sede di sorteggio anti<strong>doping</strong>.<br />
Il difensore ha sostenuto che all'epoca dei fatti l'informazione del paziente da parte del medico era<br />
regolamentata soltanto dall'articolo 29 del codice deontologico medico del 1995. L'affermazione, in<br />
realtà, pur esatta, non è però completa, in quanto la normativa penalistica non è cambiata rispetto a<br />
quegli anni e il concetto di consenso informato elaborato nella giurisprudenza della suprema Corte<br />
risale all'inizio degli anni '90. In ogni caso, ancora una volta va ribadito che l'informazione del<br />
"paziente" presuppone comunque un uso terapeutico dei medicinali, non essendovi al di fuori di tale<br />
ambito nessun consenso che ne avrebbe potuto legittimare la somministrazione.<br />
Nel caso in esame, l'impressione che se ne è ricavata dalle testimonianze dei calciatori è che non<br />
venissero loro fornite complete e adeguate informazioni, anche se - ovviamente - coloro che si sono<br />
presentati a testimoniare hanno cercato di ridimensionare pure le informazioni di cui erano a<br />
conoscenza.<br />
La verità, insomma, è che tutti i giocatori sono venuti a riferire fatti e circostanze in modo<br />
assolutamente contrastante con gli elementi logici e probatori emergenti in atti e nell'unico intento<br />
di confortare le affermazioni sostenute dall'imputato.<br />
Basti considerare che già solo a proposito della creatina, sentendo le loro testimonianze, secondo le<br />
quali pochi giocatori assumevano creatina, in dosi straordinariamente contenute, per periodi<br />
estremamente limitati e, sentendo inoltre che molti di coloro che avevano cominciato ad assumerla<br />
avrebbero addirittura smesso dopo un breve periodo iniziale, non si comprende più perché tanta<br />
creatina sia stata acquistata dalla Svezia (in pochi mesi risultano pagate alla Streng Sport Nutrition<br />
6.634.800 lire di creatina solo per la prima squadra, come da documentazione prodotta dall'imputato