Sentenza Juventus sullo scandalo doping - Rdes.It
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di tutto quello, è molto frequente che quando si instaura, soprattutto inizialmente una tendinopatia,<br />
questa tendinopatia abbia delle fasi di riaccensioni perché è una malattia capricciosa, tende a<br />
comparire, tende a scomparire, tende a migliorare, tende a non migliorare, non sempre la clinica<br />
percorre lo stesso... lo stesso, come si può dire? Lo stesso.....la stessa strada degli esami strumentali.<br />
Tante volte l'esame strumentale, la risonanza magnetica amplifica le cose, che clinicamente invece<br />
dimostrano essere minori. La tendinopatia... l'importante è che quando noi sottoponiamo un<br />
giocatore a degli accertamenti, a delle valutazioni cliniche, e a tutto un insieme di situazioni, noi<br />
siamo tranquilli che malgrado ci sia una determinata patologia, questa patologia non infici la sua<br />
capacità e la sua idoneità al gioco del calcio, né nel momento attuale, né naturalmente con minore<br />
incertezza, perché non siamo dei... non abbiamo la sfera di cristallo, negli anni a seguire. Devo dire<br />
la verità, sempre in grado di essere smentito ma comunque non credo, devo dire la verità, che<br />
nessun giocatore che è stato da noi e che poi è andato via ha mai smesso di giocare per motivi di<br />
salute, per patologie che aveva presentato da noi. Se devo dire la verità, noi abbiamo sempre<br />
favorito anche un suo recupero delle patologie di cui poi si sono avvalsi anche altre squadre. Questo<br />
lo dico così...." (trascrizioni citate dell'udienza del 10 luglio 2003).<br />
Dalle dichiarazioni dell'imputato, dunque, si rileva come la somministrazione di Voltaren nel caso<br />
di Vialli non avesse scopo terapeutico, non potendosi illudere di curare tendinopatia e condropatia<br />
rotulea che - se mai - richiedono riposo per poter guarire, con una iniezione di Voltaren prima della<br />
partita; veniva invece sfruttata al massimo l'azione antalgica del medicinale che consentiva al<br />
giocatore di scendere in campo e di partecipare più serenamente alla partita.<br />
L'imputato ha fatto riferimento ai problemi che Vialli in quel periodo accusava alla cartilagine del<br />
ginocchio sinistro e al tendine della gamba destra; mentre il diretto interessato non ha precisato il<br />
tipo di malanni di cui soffriva, però ha fatto capire che c'era sempre qualcosa che non andava nelle<br />
sue condizioni fisiche.<br />
Gianluca Vialli, infatti, nel corso dell'esame testimoniale reso all'udienza del 27 ottobre 2003, ha<br />
ricordato: ".....Il Voltaren, sì. Mi capitava prima della partita a volte di ricevere una puntura di<br />
Voltaren e di accompagnarla con un prodotto che poi aiuta lo stomaco ad assorbire meglio<br />
l'antinfiammatorio........Mah, usavo il Voltaren perché preferivo, anche quando avevo magari un<br />
piccolo dolore, un piccolo fastidio, che comunque sapevo che non era niente di grave, però<br />
preferivo magari scendere in campo senza doverci pensare, quindi il Voltaren magari mi aiutava un<br />
attimo a alleviare qualche piccolo fastidio, potevo scendere in campo senza avere nessun<br />
problema....." e, ancora: "......Invalidanti? Che vuole dire che senza Voltaren non avrei potuto fare la<br />
partita? No, il Voltaren non è, per la mia esperienza, così forte da potere coprire una situazione<br />
invalidante. Se lo prendevo dieci volte, nove volte mi è capitato di prenderlo per un motivo<br />
soprattutto psicologico e una volta magari mi è capitato di prenderlo perché, sì, in effetti c'era un<br />
problema, ma non era un problema così grave da avermi impedito di giocare la partita senza il<br />
Voltaren...." (trascrizioni registrazioni dell'indicata udienza - pagine 59 e seguenti).<br />
Come si vede, il giocatore non si è riferito a vere e proprie patologie e neppure alla condropatia o<br />
alla tendinopatia di cui ha parlato il dottor Agricola. Egli ha indicato in qualche piccolo dolore o in<br />
qualche piccolo fastidio la ragione dell'assunzione del Voltaren che, però, come lo stesso giocatore<br />
ha riconosciuto avveniva sistematicamente - tanto che egli assumeva pure il Maalox come<br />
gastroprotettore - solo prima della partita, evidentemente proprio per consentire l'effetto psicologico<br />
di cui lo stesso Vialli ha parlato. Il calciatore, insomma, si sentiva più sicuro e senza la<br />
preoccupazione derivante dal dolore.<br />
Si può discutere, allora, sul fatto che tale situazione, ben descritta da Vialli, ma sostanzialmente<br />
ammessa pure dall'imputato che ha anche fatto riferimento ad un uso esclusivamente antalgico del<br />
Voltaren, sia da ricondurre ad "una condizione non lontana dalla dipendenza psichica" di cui ha<br />
parlato il perito oppure, più genericamente, la si debba ritenere solo una sorta di conforto<br />
psicologico come indicato dal giocatore; il dato che se ne ricava, però, è che siffatte<br />
somministrazioni di Voltaren non rispondono ad esigenze terapeutiche e possono effettivamente<br />
provocare, nell'immediato, il danno di impedire al dolore di esercitare la sua funzione tipica di