Sentenza Juventus sullo scandalo doping - Rdes.It
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I CAPI DI ACCUSA<br />
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M O T I V A Z I O N E<br />
La Procura della Repubblica di Torino, secondo quanto è emerso in dibattimento, a seguito di<br />
notizie giornalistiche, che nell'estate 1998 provocavano un certo clamore negli ambienti calcistici<br />
nazionali e in quelli torinesi in particolare perché riferivano dell'abuso di farmaci da parte delle<br />
squadre di calcio, anche con specifico riferimento a giocatori della <strong>Juventus</strong>, avviava tutta una serie<br />
di indagini che in giudizio sono state ben descritte dai testi Romanazzi Raimondo e Salvagno<br />
Claudio, ufficiali di polizia giudiziaria addetti alla sezione di p.g. della Procura di Torino, esaminati<br />
nell'udienza del 23 maggio 2002, nonché da Lantermo Annalisa, medico del lavoro presso ASL 1,<br />
esaminata nell'udienza del 4 marzo 2002.<br />
Dalle giacenze dei farmaci esistenti presso i locali in uso alla società <strong>Juventus</strong>, i cui elenchi<br />
venivano acquisiti dagli ispettori dell'ASL, emergeva infatti una rilevante quantità di elementi,<br />
riguardanti principalmente il numero dei farmaci utilizzati, la relativa tipologia, il modo in cui essi<br />
risultavano acquistati, nonché l'uso in dosi non consentite di creatina, che il pubblico ministero<br />
riteneva meritevoli di particolare approfondimento in corso d'indagine.<br />
Venivano interessati, altresì, il Direttore del Laboratorio di analisi del Dipartimento di Medicina -<br />
Istituto di Scienza dello sport del CONI e il Direttore del Laboratorio Anti<strong>doping</strong> del CONI e<br />
veniva così acquisita la documentazione relativa a tutti i controlli, accertamenti o esami eseguiti su<br />
atleti appartenenti alle società di calcio della Serie A, dal 1993 all'agosto 1998, epoca della<br />
richiesta.<br />
Tramite il Segretario Generale della FMSI, inoltre, veniva acquisita copia dei verbali di prelievo<br />
anti<strong>doping</strong> effettuati nel corso dei campionati di calcio di Serie A e della Coppa <strong>It</strong>alia, negli anni<br />
relativi al periodo 1994-1998.<br />
Veniva acquisita, ancora, la documentazione esistente presso cliniche e laboratori torinesi relativa<br />
ad accertamenti, ricoveri ed esami eseguiti da parte dei giocatori della <strong>Juventus</strong> e si approfondivano<br />
i rapporti esistenti tra la <strong>Juventus</strong> e la farmacia Rossano, che risultava essere la farmacia che forniva<br />
i farmaci alla società sportiva e, pertanto, presso di essa si acquisivano pure documenti relativi agli<br />
acquisti effettuati.<br />
Nel corso delle indagini, poi, il pubblico ministero acquisiva sommarie informazioni da una mole<br />
notevolissima di persone, a vario titolo informate dei fatti da accertare, e si avvaleva anche della<br />
collaborazione di alcuni consulenti tecnici.<br />
Esaurita la lunga fase di indagini preliminari, durata circa tre anni, il pubblico ministero rinviava a<br />
giudizio gli imputati, affinché rispondessero dei reati loro rispettivamente contestati nel decreto di<br />
citazione in atti.<br />
Prima di esaminare la posizione degli attuali imputati, peraltro, è necessario ricordare che il decreto<br />
di citazione a giudizio del pubblico ministero si riferisce a tre imputati, perché oltre ad Agricola<br />
Riccardo e Giraudo Antonio, contro i quali il processo si è svolto nelle forme ordinarie, esso<br />
riguarda pure Rossano Giovanni che, all'udienza del 10 luglio 2003, avvalendosi della facoltà<br />
introdotta dalla legge 12 giugno 2003, n. 134, ha fatto richiesta di applicazione della pena e,<br />
pertanto, la sua posizione è stata stralciata e contro tale imputato si è proceduto separatamente.<br />
E, tuttavia, nell'intestazione della presente sentenza si è preferito mantenere l'originaria imputazione<br />
del pubblico ministero, comprendendo - cioè - il reato enunciato al capo b) a Rossano Giovanni per<br />
ragioni di completezza e per poter mantenere la stessa impostazione e la stessa divisione in lettere<br />
del capo d'accusa, più volte prese come riferimento dalle parti nelle rispettive conclusioni.<br />
Il processo è stato caratterizzato da un'articolata e complessa richiesta di prove da parte di pubblico<br />
ministero e difesa e dall'acquisizione di una serie davvero imponente di documenti, che le parti