Sommario - Qui - appunti dal presente
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tare ogni dubbio. Tutti sappiamo che questa non è<br />
altro che la verità. La verità di un massacro.<br />
Goraždevac, Kosovo, 3 gennaio<br />
È difficile in Kosovo trovare una persona che non<br />
abbia una precisa opinione politica. O che per lo<br />
meno ritiene tale. Rimango sempre molto stupito<br />
quando incontro vecchie signore, intrappolate da<br />
una vita in fangosi e lontani villaggi, che disquisiscono<br />
di accordi Onu e di risoluzioni del Consiglio<br />
di Sicurezza. Oppure entrare in ogni cafana<br />
(tipica osteria balcanica) del Kosovo con la certezza<br />
di trovare uomini sempre pronti a bere grappa<br />
e discutere di politica. Questo non vuol dire naturalmente<br />
che ogni personaggio che s’incontra abbia<br />
una visione intelligente e reale della situazione<br />
politica in generale. Nella maggior parte dei casi<br />
le parole che escono <strong>dal</strong>le bocche le hai già lette sul<br />
giornale o le hai già sentite pronunciare da un tale<br />
che fa il politico a centinaia (a volte migliaia) di<br />
chilometri di distanza.<br />
Durante le due ultime campagne elettorali che<br />
hanno preceduto l’indipendenza del Kosovo c’era<br />
un aspetto che m’incuriosiva e mi divertiva molto.<br />
Quando la campagna elettorale entrava violentemente<br />
nel discorso le persone difendevano per prima<br />
cosa i programmi politici del proprio partito.<br />
Naturalmente tutti conoscevano i leader della propria<br />
parte politica (senza mai dimenticare gli spettri<br />
ricorrenti che hanno conquistato l’immortalità<br />
distruggendo il <strong>presente</strong> di chi continua a vivere<br />
in quelle terre, usando la propria legittimazione politica<br />
per esercitare violenza a propria di screzione),<br />
ma le idee che rappresentavano erano ancora più<br />
importanti.<br />
p. 26<br />
Domenico Palazzi