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Sommario - Qui - appunti dal presente

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vacanze a Baghdad. Dopo averci pensato, ho deciso<br />

di accettare il consiglio e fare una pausa: me la<br />

merito davvero dopo nove mesi di studio continuo.<br />

<strong>Qui</strong>ndi il primo giorno di vacanza sono andata a<br />

Baghdad. Il viaggio è andato molto bene, nonostante<br />

una sosta di due ore prima di raggiungere<br />

la città per via della strada affollata: le macchine<br />

devono essere ispezionate prima di raggiungere<br />

le porte di Baghdad. Mi trovo bene qui, Baghdad<br />

è molto più sicura di Mosul, possiamo uscire, indossare<br />

quello che preferiamo senza paura, passeggiare<br />

e goderci il bel tempo. Amo Baghdad e vorrei<br />

poter restare qui per sempre! Probabilmente non<br />

riuscirò a scrivere spesso, ho pochissimo tempo<br />

libero, ogni giorno andiamo a trovare i parenti o a<br />

fare spese, quindi non uso spesso il computer in<br />

questi giorni… Mi sento profondamente felice di<br />

festeggiare il mio diciassettesimo compleanno a<br />

Baghdad.<br />

L’Avana, 4 febbraio<br />

Il rifiuto del diverso e del forestiero ha una faccia<br />

discriminatoria e umiliante uguale e opposta. La<br />

strana endofobia che si concretizza nell’escludere<br />

il proprio simile, nel negare uguali diritti ai propri<br />

compatrioti, è diffusa per le strade di quest’isola.<br />

Fra le sensazioni più intense che Santiago de Cuba<br />

mi ha lasciato c’è, appunto, quella di non potere<br />

sfruttare gli stessi servizi di cui godono i turisti<br />

stranieri. A un angolo del parco Céspedes c’è un<br />

moderno ufficio della società di telecomunicazioni<br />

Etecsa, da dove è anche possibile inviare fax e collegarsi<br />

a Internet. Bene, ma quest’ultima cosa solo<br />

se dimostri di non essere nata a Cuba o di risiedere<br />

da anni a centinaia di chilometri da questo paese.<br />

p. 61<br />

ha perso la vita sotto i colpi<br />

dei mortai israeliani,<br />

oggi è il primo giorno di<br />

scuola. Mille senzatetto<br />

sono stati spostati per consentire<br />

l’inizio delle lezioni.<br />

Ma le normali attività<br />

scolastiche devono aspettare.<br />

Di fronte alle classi<br />

riunite c’è una squadra di<br />

esperti in traumi e attività<br />

di gruppo e, dopo i canti<br />

e i battimani, viene mostrato<br />

come comportarsi<br />

con oggetti pericolosi, tipo<br />

i frammenti di granate<br />

ancora presenti nelle o<br />

intorno alle case. Poi ogni<br />

alunno racconta cosa è<br />

successo a lui, ai suoi<br />

amici e familiari nei 23<br />

giorni di guerra.<br />

Yoani Sánchez<br />

Zimbabwe. A causa della<br />

prolungata serie di crisi<br />

che hanno sconvolto lo<br />

Zimbabwe, non sono mai<br />

stati così numerosi i bambini<br />

senza genitori e le<br />

donne che, affrontando un<br />

viaggio reso pericoloso da<br />

ladri e stupratori, fuggono<br />

in Sudafrica varcando illegalmente<br />

il confine al<br />

fiume Limpopo. Scappano<br />

da un paese in ginocchio,<br />

in cui metà della popolazione<br />

è alla fame, scuole<br />

e ospe<strong>dal</strong>i sono per la<br />

maggior parte chiusi o

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