Sommario - Qui - appunti dal presente
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Roma, 7 gennaio<br />
Ieri ho sentito una mite persona democratica dire<br />
che forse la soluzione del conflitto israelo-palestinese<br />
sta nello sterminio dei palestinesi. Non è la<br />
prima volta che lo sento dire, e riportano alcuni<br />
esperti che questa sia opinione diffusa in Israele. Il<br />
colpo è stato tale che non gli ho risposto direttamente:<br />
ho parlato ad alta voce ad altri presenti. Ho<br />
fatto la furba, come davanti a una trappola.<br />
Di troppo sentimento si impazzisce, di anestesia sentimentale<br />
si diventa imbecilli. Fatto sta che da ieri<br />
continua ad agitarsi nella mia mente la parola<br />
corruzione. <strong>Qui</strong> da noi la parola evoca bustarelle,<br />
favori e assessorati. Perché siamo diventati un angolo<br />
insignificante di mondo e nemmeno su questa<br />
insignificanza riusciamo a pensare. Così non si<br />
avverte quanto sia diventato corrotto il farfugliare<br />
pseudopolitico di chi è alle prese con lo spegnersi di<br />
un’antica passione politica, quella che aveva attraversato<br />
la sua gioventù. Consisteva, quella passione,<br />
nella possibilità di trascendere concretamente<br />
l’insignificanza e la brevità della vita affermando la<br />
propria partecipazione all’evoluzione umana sulla<br />
faccia di tutta la Terra. Trascendere il tempo e lo<br />
spazio quindi. Introiettata la colpa di quella pretesa,<br />
di quel trascendere responsabile senza l’aiuto di un<br />
Dio, il penitente senile della politica crede di dover<br />
essere moderato, e moderando i suoi desideri e diventando<br />
freddo diventa una belva. A parole. La<br />
belva umana, naturalmente. La belva leonina è apolitica,<br />
la belva umana è antipolitica farfugliando<br />
spezzoni di parole politiche. La belva umana moderata<br />
evoca il suo pseudonemico: il fanatico. Sono<br />
una coppia inscindibile, si scaldano a vicenda. Non<br />
è questa la corruzione, in un senso profondo e mortifero?<br />
p. 47<br />
Lidia Campagnano<br />
Gaza, 8 gennaio. Gruppi<br />
internazionali di assistenza<br />
criticano duramente<br />
Israele per la guerra a<br />
Gaza, sostenendo che ostacola<br />
l’accesso ai civili<br />
nel bisogno, che i soccorritori<br />
vengono feriti e<br />
uccisi, e che trascura colpevolmente<br />
i suoi doveri<br />
verso i palestinesi che rimangono<br />
presi in trappola.<br />
Le Nazioni Unite hanno<br />
dichiarato una sospensione<br />
delle proprie operazioni<br />
di soccorso dopo<br />
che uno dei loro autisti è<br />
stato ucciso e altri due<br />
feriti benché fossero alla<br />
guida di veicoli con la bandiera<br />
dell’Onu e avessero<br />
coordinato i loro movimenti<br />
con le forze armate<br />
israeliane. Il Comitato<br />
internazionale della Croce<br />
Rossa riferisce che suoi<br />
operatori si sono trovati di<br />
fronte a scene scioccanti,<br />
per esempio a quattro<br />
bambini ridotti allo stremo<br />
accanto ai cadaveri delle<br />
madri. In una rara dichiarazione<br />
di dura critica, ha<br />
affermato di ritenere che<br />
“l’esercito israeliano è<br />
venuto meno al proprio<br />
obbligo, sancito <strong>dal</strong>la<br />
legge umanitaria internazionale,<br />
di prendersi cura<br />
dei feriti ed evacuarli”.