Sommario - Qui - appunti dal presente
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a noi sono state squalificate una dopo l’altra. Alla<br />
fine siamo rimaste in tre coppie e, dopo un ultimo<br />
giro… non ci crederete… abbiamo vinto!! Ne era<br />
valsa la pena! Niente e nessuno avrebbe potuto farci<br />
sparire il sorriso <strong>dal</strong> volto. Voglio mandare un grande<br />
ringraziamento ai miei familiari e amici: sono<br />
stati un pubblico eccezionale. Ora è giunto il momento<br />
di tornare in città… fino alla prossima volta.<br />
Alla vostra!<br />
Durham, North Carolina, 4 gennaio<br />
[…] Telefono a mio padre ogni ora; a volte anche<br />
ogni pochi minuti, quando vedo dei nuovi bombardamenti<br />
in televisione. A volte è lui che mi<br />
chiama per sicurezza: “Che sta succedendo? Che<br />
sta succedendo?” ripete in tono stanco, ipnotizzato.<br />
“Era come se bombardassero la nostra strada da<br />
cima a fondo. Non riesco a vedere nulla. Non so<br />
cosa sta succedendo. Cosa dice il telegiornale?” mi<br />
chiede febbrilmente, cercando con disperazione<br />
ogni briciolo di informazione che dia un senso logico<br />
a quel terrore che si sta impadronendo di loro.<br />
“Gli Apaches sono proprio sopra la nostra casa. È<br />
buio pesto fuori, buio pesto” continua. Gli chiedo<br />
se è riuscito a dormire. Sono rimasta alzata con lui<br />
quasi tutta la notte, fino all’alba, mentre la terra intorno<br />
a lui stava andando per aria. “Due ore, meglio<br />
di niente.” Poi è uscito per prendere una boccata<br />
d’aria, mi dice, e ha scattato una foto a dei<br />
bambini che, durante qualche minuto di tensione,<br />
erano usciti per fare due tiri a pallone. Mi passa mia<br />
madre, che cerca di fare una chiacchierata piacevole,<br />
chiedendomi quando festeggeremo il compleanno<br />
di Noor, anche se le ho già detto qualche<br />
giorno fa che abbiamo fatto una festicciola. “Oh,<br />
p. 30<br />
Laila El-Haddad<br />
Gaza, 5 gennaio. La famiglia<br />
Samouni sapeva di essere<br />
in pericolo. Hanno<br />
chiamato la Croce Rossa<br />
per due giorni, hanno detto,<br />
implorando di essere<br />
portati fuori da Zeitoun,<br />
un quartiere povero nella<br />
zona orientale di Gaza<br />
City considerato una roccaforte<br />
di Hamas. Non è<br />
arrivato nessuno. Invece<br />
sono entrati nel palazzo,<br />
ieri notte, i soldati israeliani,<br />
dicendo loro di trasferirsi<br />
in un altro edificio.<br />
Lo hanno fatto. Ma alle sei<br />
di questa mattina, quando<br />
un missile lanciato da un<br />
aereo ha colpito la casa<br />
dei parenti in cui avevano<br />
trovato rifugio, non c’era<br />
più nessun posto dove<br />
scappare. Undici membri<br />
della famiglia allargata<br />
Samouni sono stati uccisi<br />
e ventisei feriti. Fra i morti<br />
vi sono cinque bambini<br />
dai quattro anni in giù.