Sommario - Qui - appunti dal presente
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condo il primo un cecchino uccise una donna e i<br />
suoi due bambini che camminavano per errore<br />
troppo vicino a un’area indicata ad accesso vietato.<br />
Secondo l’altro racconto un tiratore scelto<br />
uccise un’anziana donna giunta a un centinaio di<br />
metri da una casa requisita. Alla domanda perché<br />
la donna fosse stata uccisa, un comandante di plotone<br />
avrebbe risposto: “Quel che è fantastico a<br />
Gaza è che vedi una persona su un sentiero, non<br />
c’è bisogno che sia armata, puoi spararle e basta.<br />
Nel nostro caso era una vecchia su cui non ho visto<br />
armi quando ho guardato. L’ordine era di abbattere<br />
la persona, quella donna, nel momento in<br />
cui la vedevi. Si è sempre messi in guardia, si dice<br />
sempre: ‘Forse è un terrorista’. Ciò che ho sentito<br />
io, è che c’era molta sete di sangue”.<br />
Le testimonianze dei soldati, giunte ai quotidiani<br />
“Maariv” e “Haarez”, sono apparse in un giornale<br />
pubblicato da un corso propedeutico militare<br />
dell’Aranim Academic College, nella città di Tivon,<br />
nel nord del paese.<br />
Amir Marmor, 33 anni, specializzando in storia a<br />
Gerusalemme e riservista, ha detto in un’intervista<br />
al “New York Times” di essere rimasto sbalordito<br />
nello scoprire il modo in cui si parlava di<br />
vittime civili nel corso dei dibattiti preparativi prima<br />
che la sua unità di carristi entrasse a Gaza in<br />
gennaio. “Spara e non preoccuparti delle conseguenze”<br />
era il messaggio che arrivava dagli alti<br />
comandanti. Parlando di un tenente colonnello che<br />
istruiva le truppe, Marmor ha raccontato: “Tutto<br />
il suo modo di comportarsi era da gasato. Diceva<br />
che in quell’operazione non dovevamo correre<br />
nessun rischio. Che dovevamo mettere da parte la<br />
morale e fare il nostro lavoro. Ci avremmo pianto<br />
sopra dopo”.<br />
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