x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa
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[4.5]<br />
Elementi <strong>di</strong> fisica<br />
!<br />
f = m !<br />
a<br />
Utilizzando ancora il linguaggio dell’analisi, si può dare una definizione<br />
dell’impulso, che sia valida anche nel caso generale in cui la forza non<br />
è costante:<br />
ovvero:<br />
[4.6]<br />
[4.7]<br />
avendo definito<br />
!<br />
h =<br />
t ! 2<br />
! f dt<br />
t 1<br />
!<br />
h = !<br />
f m !t ,<br />
!<br />
!<br />
fm come il valor me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> f :<br />
E’ evidentemente sempre vera l’espressione<br />
!<br />
[4.8]<br />
h =! !<br />
q ,<br />
!<br />
f m = 1<br />
!t<br />
t ! 2<br />
" f dt .<br />
che potremo leggere nel seguente modo, che costituisce una formulazione<br />
alternativa del 2º principio della <strong>di</strong>namica:<br />
La variazione della quantità <strong>di</strong> moto <strong>di</strong> un corpo è pari all’impulso delle forze<br />
su <strong>di</strong> esso agenti nell’intervallo <strong>di</strong> tempo considerato.<br />
4.3 Il principio <strong>di</strong> azione e reazione<br />
Analizziamo ora più in dettaglio quanto accade nell’interazione tra<br />
due corpi. Si pensi ad esempio a due carrelli che si urtano. Prima d’urtarsi,<br />
! !<br />
essi hanno quantità <strong>di</strong> moto rispettivamente q 1 e q 2 . Per effetto della collisione,<br />
sul<br />
!<br />
primo carrello agisce un impulso dovuto all’azione del secondo<br />
carrello h 2!1 , che ne cambia la quantità <strong>di</strong> moto <strong>di</strong> una quantità ! !<br />
q 1 . Simmetricamente,<br />
sul<br />
!<br />
secondo carrello agisce un impulso dovuto all’azione del<br />
primo carrello h 1!2 , che ne cambia la quantità <strong>di</strong> moto <strong>di</strong> una quantità ! !<br />
q 2 .<br />
! !<br />
Come<br />
!<br />
ha osservato Newton, i due impulsi h 1!2 e h 2!1 sono uguali e contrari:<br />
h 2!1 = " !<br />
h 1!2 . Di conseguenza ! !<br />
q 1 = " ! !<br />
q 2 .<br />
Questo fatto costituisce il cosiddetto terzo principio della <strong>di</strong>namica o<br />
principio <strong>di</strong> azione e reazione, che viene spesso enunciato nella forma: ad<br />
ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Esso ha un valore<br />
universale: un corpo appoggiato su un piano orizzontale subisce dal piano<br />
stesso una forza, <strong>di</strong>retta verso l’alto uguale e contraria alla forza con cui il<br />
corpo preme sul piano; su una palla che rimbalza contro un muro agisce<br />
una forza impressa dal muro uguale e contraria a quella che il muro riceve<br />
dalla palla; una pietra che faccio ruotare, legata ad uno spago, intorno al<br />
<strong>di</strong>to riceve da esso una forza, necessaria a fornirle la dovuta accelerazione<br />
centripeta, uguale e contraria alla trazione che la pietra, tramite lo spago,<br />
esercita sul <strong>di</strong>to; la mela che Newton vede cadere dall’albero è attratta dalla<br />
Terra con una forza uguale e contraria a quella con cui la mela stessa attrae<br />
la Terra. Quest’ultimo caso può sembrare a prima vista paradossale;<br />
ma facciamo attenzione a quanto afferma il terzo principio. Esso asserisce<br />
che le forze, e <strong>di</strong> conseguenza gli impulsi e le variazioni <strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> moto,<br />
t 1<br />
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