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x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa

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56<br />

Nicolò Beverini<br />

7.2 Forze conservative e forze <strong>di</strong>ssipative.<br />

Fig. 7-1<br />

Consideriamo un corpo che si muova in una zona <strong>di</strong> spazio in cui è<br />

definito un campo <strong>di</strong> forze interagente con tale corpo. Come primo esempio,<br />

esaminiamo il caso <strong>di</strong> un corpo <strong>di</strong> massa m che si muove nel campo generato<br />

dalla forza peso e consideriamo un suo spostamento da un punto A ad<br />

un punto B (Fig. 7-1). Questo stesso spostamento da A a B può essere effettuato<br />

lungo <strong>di</strong>versi itinerari: il corpo si può muovere lungo il segmento <strong>di</strong><br />

retta che congiunge A con B (percorso I ), ma potrebbe invece spostarsi<br />

dapprima in orizzontale fino al punto C per poi salire verticalmente da C a<br />

B (percorso II) oppure percorrere un’altra strada <strong>di</strong> profilo qualunque (percorso<br />

III ).<br />

Nel § 6.4 si è calcolato che il lavoro fatto nel caso del percorso I vale<br />

LI = mg %h = mg (hA – hB). Nel caso del percorso II il lavoro complessivo è la<br />

somma del lavoro per andare da A a C in <strong>di</strong>rezione orizzontale, che è nullo,<br />

e quello per andare da C a B in verticale, che vale mg (hC – hB) = mg (hA – hB);<br />

troviamo quin<strong>di</strong> che LII è uguale a LI . Un po’ più complicato è calcolare il<br />

lavoro nel caso del percorso III, ma si può <strong>di</strong>mostrare che il risultato è ancora<br />

LIII = LI = LII = mg (hA – hB). In definitiva, si trova che, qualunque sia il<br />

percorso prescelto, il lavoro fatto dalla forza <strong>di</strong> gravità in uno spostamento<br />

da un punto A ad un altro punto B <strong>di</strong>pende esclusivamente da quale sia il<br />

punto iniziale ed il punto finale, mentre risulta essere in<strong>di</strong>pendente dal<br />

particolare percorso.<br />

E’ imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong>mostrare che, se è vero che il lavoro effettuato dalle<br />

forze del campo per uno spostamento da A a B è identico qualunque sia la<br />

strada percorsa, deve essere vero anche che il lavoro compiuto da tali forze<br />

in un qualsiasi cammino chiuso (quando cioè il punto d’arrivo coincide con<br />

il punto <strong>di</strong> partenza) è sempre nullo. Osserviamo in primo luogo che, se<br />

LA'B è il lavoro fatto in uno spostamento da A a B lungo un dato percorso<br />

da una forza posizionale, il lavoro LB'A per tornare in<strong>di</strong>etro lungo la stessa<br />

strada da B a A è uguale, cambiato <strong>di</strong> segno, a LA'B, cioè LB'A = – LA'B; lo<br />

spostamento, infatti, cambia <strong>di</strong> segno, mentre la forza resta immutata. Si<br />

può pensare <strong>di</strong> spezzare il cammino chiuso in due parti, considerandolo<br />

come la somma <strong>di</strong> uno spostamento I da A a P e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> uno spostamento<br />

II da P ad A (Fig. 7-2). Il lavoro fatto sull’intero cammino chiuso, partendo<br />

I<br />

LA !P<br />

da A e tornando in A, LA'A è la somma del lavoro fatto nello sposta-<br />

II<br />

mento I da A a P e del lavoro fatto nello spostamento II da P ad A. Ma,<br />

L P !A

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