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x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa

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78<br />

Nicolò Beverini<br />

La seconda legge esprime il valore della forza elettrica agente tra due<br />

corpi puntiformi, portanti rispettivamente carica q1 !<br />

e q2, posti ad una <strong>di</strong>stanza<br />

r una dall’altra. A <strong>di</strong>fferenza delle masse, i valori delle cariche elettriche<br />

possono essere sia positive che negative. Se le due cariche hanno lo<br />

stesso segno, si sperimenta che la forza agente tra due corpi carichi è repulsiva<br />

(la <strong>di</strong>rezione della forza agente su uno dei due corpi è nella <strong>di</strong>rezione<br />

della congiungente), in caso contrario è attrattiva. La forma matematica<br />

delle formule [10.1] e [10.2] è identica, a parte il segno: in entrambi i casi,<br />

l’intensità della forza <strong>di</strong>minuisce con la <strong>di</strong>stanza in ragione inversamente<br />

proporzionale al quadrato della <strong>di</strong>stanza. Ciò significa che tutte le considerazioni<br />

che faremo riguardanti il campo gravitazionale saranno valide anche<br />

per il campo elettrico; tenendo conto naturalmente che nel caso elettrico<br />

le cariche possono essere positive o negative e che la costante <strong>di</strong> proporzionalità<br />

è nel primo caso negativa e nel secondo positiva.<br />

10.2 Il campo gravitazionale.<br />

Il fattore G che compare nella formula [10.1] è noto in base alle misure<br />

sperimentali. Il suo valore, in unità del Sistema Internazionale, è<br />

6,67"10-11 m3 kg-1 s-1 . Questo valore è assai piccolo: la forza d’attrazione gravitazionale<br />

tra due corpi <strong>di</strong> massa 1 kg posti ad una <strong>di</strong>stanza tra loro <strong>di</strong> 1 m<br />

è solo 6,67"10-11 N. L’accelerazione che viene loro impressa è pari a solo<br />

6,67"10-11 m/s2 , molto <strong>di</strong>fficilmente osservabile sperimentalmente. Perché la<br />

forza <strong>di</strong> gravità abbia effetti su un corpo occorre che esso interagisca con<br />

un altro corpo con massa a livello planetario.<br />

Nel § 7.1 abbiamo introdotto il concetto <strong>di</strong> campo <strong>di</strong> forze. In tale<br />

quadro, la forza agente su un corpo puntiforme <strong>di</strong> massa m ad opera <strong>di</strong> un<br />

corpo puntiforme <strong>di</strong> massa M è vista come originata dall’interazione tra la<br />

massa m e il campo gravitazionale generato dalla massa<br />

!<br />

M. Il corpo <strong>di</strong> massa<br />

M genera nello spazio un campo gravitazionale g , il cui valore in un<br />

!<br />

punto posto alla <strong>di</strong>stanza r da esso è :<br />

[10.3]<br />

!<br />

g !<br />

( r ) = !G M<br />

r ˆ . 2<br />

r<br />

Il corpo <strong>di</strong> massa m posto in tale punto subisce allora una forza data<br />

dal prodotto del valore della sua massa per il valore del campo:<br />

[10.4]<br />

!<br />

F = m !<br />

g !<br />

( r ) = m ! "G M #<br />

%<br />

$ r<br />

ottenendo come risultato <strong>di</strong> nuovo l’espressione [10.1].<br />

La legge <strong>di</strong> gravitazione, così com’è stato scritta qui sopra, fa riferimento<br />

a corpi puntiformi. Si può obiettare che il Sole ed i pianeti non sono<br />

affatto corpi puntiformi, ma estesi. Già Newton si era posto il problema e<br />

l’aveva risolto <strong>di</strong>mostrando matematicamente che un corpo esteso dotato <strong>di</strong><br />

simmetria sferica genera un campo gravitazionale nello spazio circostante<br />

esattamente identico a quello generato da un ipotetico corpo puntiforme<br />

d’uguale massa, posizionato nel centro della sfera.<br />

r ˆ<br />

2<br />

&<br />

( ,<br />

'

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