ESERCIZI DI AVVIAMENTO - Sezione di Matematica
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altre due, otteniamo i tre generatori (1, 0, 0, 1), (0, 1, 0, 1), (0, 0, 1, 1). Affinché<br />
essi formino una base, devono essere lin. in<strong>di</strong>p. (oppure potremmo mostrare<br />
che formano un insieme minimale <strong>di</strong> generatori – e dunque che non possiamo<br />
rinunciare ad alcuno <strong>di</strong> loro – ma non percorriamo questa strada). L’in<strong>di</strong>pendenza<br />
lineare si <strong>di</strong>mostra facilmente supponendo che per certi α, β, γ si abbia<br />
α(1, 0, 0, 1) + β(0, 1, 0, 1) + γ(0, 0, 1, 1) = 0 (cioè (0,0,0,0) ). Si ha allora che<br />
(α, β, γ, α + β + γ) = 0 da cui segue facilmente che i tre coefficienti devono<br />
essere nulli. Dunque una base è quella formata dai tre generatori trovati e,<br />
in particolare, <strong>di</strong>m(T ) = 3.<br />
Nel secondo esempio, si arriva facilmente alla conclusione che una base è<br />
{(2, 1)}, e che in particolare <strong>di</strong>m(U) = 1.<br />
B4. Dimostrare che il prodotto scalare, × , è associativo rispetto alla moltiplicazione<br />
con scalari, e <strong>di</strong>stributivo rispetto alla somma <strong>di</strong> vettori. Mostrare<br />
poi che esistono vettori <strong>di</strong> R 2 non nulli ma il cui prodotto scalare è nullo.<br />
Soluzione. Preso un numero reale λ e tre vettori u = (u 1 , u 2 , ..., u n ), v =<br />
(v 1 , v 2 , ..., v n ), w = (w 1 , w 2 , ..., w n ) ∈ R n , si ha che<br />
λ · (u × v) = λ ·<br />
e inoltre si ha che<br />
∑<br />
1≤i≤n<br />
u × (v + w) = ∑<br />
= ∑<br />
1≤i≤n<br />
u i v i = ∑<br />
1≤i≤n<br />
1≤i≤n<br />
u i v i + ∑<br />
λ(u i v i ) = ∑<br />
u i (v i + w i ) = ∑<br />
1≤i≤n<br />
1≤i≤n<br />
1≤i≤n<br />
(λu i )v i = (λ · u) × v<br />
(u i v i + u i w i ) =<br />
u i w i = u × v + u × w .<br />
(essenzialmente, nel secondo calcolo abbiamo utilizzato la <strong>di</strong>stributività dell’usuale<br />
prodotto · tra numeri, rispetto alla somma +) Per rispondere all’ultima<br />
domanda basta esibire due vettori come ad es. (1, 0) e (0, 1), ma anche ad<br />
es. (30, 12) e (−2, 5). Notiamo, con l’occasione, che se tracciamo tali coppie su<br />
un piano coor<strong>di</strong>nato esse risultano ortogonali. Uno degli aspetti interessanti<br />
<strong>di</strong> × è infatti il suo “reagire” all’ortogonalità me<strong>di</strong>ante la risposta “zero”.<br />
Tale proprietà è in effetti un caso particolare del bel teorema (un ponte,<br />
possiamo <strong>di</strong>re, tra l’algebra e la geometria) secondo il quale il prodotto scalare<br />
<strong>di</strong> due vettori del piano o dello spazio (dove le cose si fanno ancora più interessanti)<br />
è precisamente il coseno dell’angolo che essi formano, moltiplicato<br />
per le due rispettive lunghezze dei vettori.<br />
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