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ESERCIZI DI AVVIAMENTO - Sezione di Matematica

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Sostituendo gli zeri le cose cambiano. Ora abbiamo due piani passanti<br />

per l’origine, ottenuti traslando i due piani precedenti fino appunto a far loro<br />

attraversare lo zero. La retta che si ottiene passerà dunque per l’origine, ed è<br />

un sottospazio (ad es. si può stu<strong>di</strong>are la sua forma parametrica per scoprire<br />

che tale scrittura verifica le proprietà <strong>di</strong> chiusura rispetto alla somma interna<br />

e al prodotto con scalari).<br />

C3. Illustrare la posizione dei seguenti enti geometrici – rappresentati da<br />

singole equazioni – nel piano euclideo (i primi tre) e nello spazio euclideo (gli<br />

altri sei). Scrivere anche le rispettive equazioni segmentarie – nei due soli<br />

casi possibili.<br />

(1) 3x − 2y + 1 = 0 , (2) 30x − 3 = 0 , (3) 30y − 3 = 0 ,<br />

(4) x + y − 2z + 1 = 0 , (5) x + 2y = 4 , (6) y − 3 = 0 ,<br />

(7) 7y + 7z + 1 = 0 , (8) 30x − 3 = 0 , (9) 30z − 3 = 0 .<br />

Soluzione. (1) è una retta non passante per l’origine; più precisamente,<br />

analizzando la forma segmentaria −3x + 2y = 1, deduciamo che tale retta<br />

contiene i punti (−1/3, 0) e (0, 1/2). (2) è una retta un cui vettore <strong>di</strong>rezionale<br />

è (−b, a) = (0, 30). Dunque essa è verticale, e dovendo passare per (1/10, 0),<br />

la sua posizione è completamente determinata. (3), similmente, è una retta<br />

orizzontale. Potremmo trasformare l’equazione in y = 1/10 per accorgerci<br />

che tale retta è l’insieme <strong>di</strong> tutti i punti la cui x è arbitraria e la cui y è uguale<br />

a 1/10. (4) è un piano la cui equazione segmentaria è −x−y+2z = 1. Dunque<br />

tre suoi punti che lo determinano sono (−1, 0, 0), (0, −1, 0), (0, 0, 1/2). In (5)<br />

manca la z, dunque il piano è parallelo all’asse z (infatti non esiste alcuna<br />

restrizione su tale coor<strong>di</strong>nata). Il relativo sottospazio è {(x, y, z): x + 2y =<br />

0}, e risolvendo il sistema omogeneo (che consiste <strong>di</strong> una sola equazione)<br />

otteniamo la forma parametrica: {(−2y, y, z): y, z ∈ R}. Due generatori<br />

in<strong>di</strong>pendenti (dunque formanti una base) sono quin<strong>di</strong> (−2, 1, 0) e (0, 0, 1).<br />

Essi descrivono la “pendenza” <strong>di</strong> questo piano. Un punto a caso, su cui<br />

“appoggiare” la giacitura, è (4, 0, 0). Dobbiamo quin<strong>di</strong> traslare il sottospazio<br />

<strong>di</strong> quattro unità lungo l’asse x. Possiamo notare, in alternativa, che la traccia<br />

del nostro piano sul piano (x, y) – cioè sul “terreno” – è appunto la retta (non<br />

pensando alla z) descritta dalla stessa equazione. Per tale retta dobbiamo far<br />

passare un piano verticale, che è appunto il nostro oggetto. Ragionando in<br />

modo analogo abbiamo che (6) è un piano verticale, ma parallelo sia all’asse<br />

x che z, passante ad es. per (0, 3, 0) (pensiamo a una parete), (7) ricorda un<br />

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