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ESERCIZI DI AVVIAMENTO - Sezione di Matematica

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un minimo <strong>di</strong> più e <strong>di</strong>re che un’altra base si ottiene mo<strong>di</strong>ficando <strong>di</strong> due<br />

fattori qualsiasi (non 0) i due generatori. Oppure, agendo nel modo più<br />

generale possibile, potremmo prelevare dalle ∞ 2 quadruple (x, 2w, 2x−2w, w)<br />

del sottospazio due altri vettori che però non siano proporzionali (dunque<br />

dovremmo sostituire a x e w valori <strong>di</strong>versi da 0 e 1, verificando poi la non<br />

proporzionalità). Ad es. ponendo x = 2, w = 1 e poi x = 1, w = −1 otteniamo<br />

(2, 2, 2, 1) e (1, −2, 4, −1) che non sono proporzionali e dunque formano<br />

una nuova base <strong>di</strong> S.<br />

Per quanto riguarda T , la piccola mo<strong>di</strong>fica nella terza con<strong>di</strong>zione provoca<br />

un “cataclisma” a livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione. Questa passa infatti da 2 a 1, quin<strong>di</strong><br />

il sottospazio da “piatto” <strong>di</strong>venta “filiforme” (si avrà, come vedremo, un solo<br />

generatore), all’interno <strong>di</strong> uno spazio ambiente 4-<strong>di</strong>mensionale. Più in dettaglio,<br />

nel relativo sistema ora non abbiamo con<strong>di</strong>zioni superflue, e (dopo alcuni<br />

calcoli) troviamo quadruple del tipo (x, 0, 2x, 0) con x ∈ R. Sostituendo<br />

1 alla x troviamo il generatore (1, 0, 2, 0) che determina la <strong>di</strong>rezione lungo<br />

la quale “vive” il sottospazio. Tale generatore è ovviamente, da solo, anche<br />

base.<br />

BB<br />

BB1. Dimostrare che “due vettori <strong>di</strong> un qualsiasi sottospazio <strong>di</strong> R n sono<br />

proporzionali” ⇔ “essi sono linearmente <strong>di</strong>pendenti”. Se i vettori sono tre,<br />

vale ⇒ oppure ⇐?<br />

Soluzione. Siano u, v i due vettori in questione. Se essi sono proporzionali<br />

allora o u = hv ∃h ∈ R oppure v = hu ∃h ∈ R (spesso valgono entrambe<br />

le proprietà, ma non nel caso speciale in cui u = 0 o (esclusivo) v = 0, dove<br />

h = 0 e vale solo una delle due proprietà; ma la proporzionalità resta!). Per<br />

semplicità supponiamo che valga la prima uguaglianza. Allora 1 · u − hv = 0<br />

e dunque abbiamo trovato una combinazione lineare non banale che genera<br />

0 (anche nel caso particolare in cui h = 0). Viceversa, se u, v sono lin. <strong>di</strong>p.<br />

allora ∃α, β ∈ R: (α, β) ≠ (0, 0) ∧ αu + βv = 0. Supponendo ora che α ≠ 0,<br />

si ha proporzionalità perché u = −(β/α)v. Se invece α = 0, siamo certi che<br />

β ≠ 0 e possiamo ragionare in modo simile.<br />

Presi ora tre vettori proporzionali u, h 1 u, h 2 u, con un ragionamento analogo<br />

a quello <strong>di</strong> prima è facile mostrare che sussiste la <strong>di</strong>pendenza lineare,<br />

dunque vale l’implicazione ⇒. Invece il viceversa è smentito da esempi elementari<br />

come quello <strong>di</strong> due vettori linearmente in<strong>di</strong>pendenti, w 1 , w 2 insieme<br />

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