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un’ultima foto che ritrae i primi gruppi<br />
partigiani arrivati in una Reggio Emilia<br />
liberata. «In questa foto del 22 aprile<br />
1945 manchiamo solo io e mio padre:<br />
che eravamo ancora nascosti sulle<br />
montagne. Scendemmo due giorni<br />
dopo per raggiungere Reggio e Bibbiano<br />
(paese natale di Teresa, ndr), diventate<br />
città libere. Che gioia! A guerra<br />
finita cominciammo la militanza<br />
politica vera e propria: il lavoro con le<br />
donne, le assemblee con le operaie,<br />
le battaglie per i diritti, l’accoglienza<br />
dei prigionieri. Fu un periodo di grande<br />
impegno. Il 1° maggio di quell’anno<br />
parlai in pubblico.<br />
Subito dopo ripresi in mano le dispense<br />
politiche di Giuseppe Dossetti che<br />
leggevo a scuola. Insomma, fu un’emozione<br />
così forte che decisi di tornare<br />
a studiare».<br />
teresavergalli.wordpress<br />
Mario Grisendi, detto Folgore (1942)<br />
Prende fiato Teresa, rimette le mani<br />
affusolate nella scatola e tira fuori la<br />
foto di un ragazzo su una moto. La fissa<br />
a lungo come se i ricordi si facessero<br />
più appuntiti e acuti. «Lui è stato<br />
il primo soldato che ho visto morto: si<br />
chiamava Mario Grisendi, ma il nome<br />
di battaglia era Folgore, aveva combattuto<br />
in Africa dove, a El Alamein,<br />
perse una gamba. Quando fu dimesso<br />
dall’ospedale decise di lasciarsi alle<br />
spalle ciò che aveva visto in guerra e<br />
di stare dall’altra parte. Fu ucciso durante<br />
un’azione notturna organizzata<br />
per catturare un gerarca. Al suo funerale<br />
un compagno si alzò e disse:<br />
“Folgore, sarai vendicato! A morte il<br />
fascismo”. Il giorno dopo i fascisti fecero<br />
comunque circondare la casa di<br />
Folgore ma non poterono far altro che<br />
arrestare sua madre, una donna anziana<br />
e straziata dal dolore».<br />
Anche Prospero, il padre di Teresa, da<br />
civile ebbe un ruolo attivo e in prima<br />
linea durante la lotta antifascista. Fu<br />
più volte manganellato, fu arrestato e<br />
si salvò da una condanna a morte. Per<br />
sua figlia divenne un grande esempio.<br />
Dall’archivio privato di Vergalli esce<br />
Nilde Iotti e Teresa Vergalli (1946)<br />
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