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L’esterno della falegnameria Bottega Tettoia Pinardi<br />
oggetti tondi e una sega a banco per i<br />
tagli dritti e obliqui»<br />
Lavorazioni complesse al termine<br />
delle quali la soddisfazione è alta:<br />
«Completare una commessa di oltre<br />
200 ombrelli per le cantine Tinazzi è<br />
stato impegnativo. Ma in ogni progetto<br />
teniamo alta l’attenzione dei ragazzi<br />
per far sì che lavorino nel migliore<br />
dei modi. Partecipare alla creazione<br />
di oggetti di ottima qualità aumenta la<br />
loro autostima».<br />
L’attività lavorativa è infatti un pretesto<br />
per raggiungere un obiettivo più<br />
ampio: «La falegnameria è uno spazio<br />
dove, oltre a lavorare il legno, è possibile<br />
condividere le proprie difficoltà<br />
e parlare di sé. Un luogo di crescita a<br />
360°, non solo individuale».<br />
In questo modo i ragazzi portano<br />
avanti una sorta di arte-terapia, come<br />
spiega Ester Albanese, l’educatrice<br />
che ha ideato il progetto iniziale La<br />
reciclofficina, a cui si è poi agganciata<br />
l’iniziativa di Tinazzi: «È come una terapia<br />
psicologica, solo che si comunica<br />
attraverso creazioni artistiche».<br />
Un approccio a cui viene collegato<br />
un metodo pedagogico utilizzato dai<br />
Salesiani: il sistema preventivo nell’educazione<br />
dei giovani di don Giovanni<br />
Bosco. «Religione, ragione e amorevolezza»,<br />
spiega Albanese, «ne sono<br />
i termini fondanti. don Bosco riteneva<br />
che l’allegria, il teatro, la clownerie e<br />
le arti in generale fossero un modo<br />
per attirare i ragazzi, alimentare la<br />
loro autostima, farli divertire in modo<br />
sano e renderli onesti cittadini. Un<br />
insegnamento formulato nell'800<br />
adattato ai nostri giorni». Ad Albarè, la<br />
settecentesca Villa Torri Giuliari ospita<br />
i Salesiani dalla metà del secolo<br />
scorso. Attivi nel campo dell’ospitalità<br />
e dell’educazione, sono ormai un riferimento<br />
per le famiglie del territorio<br />
che cercano supporto nella crescita<br />
dei figli. «Siamo un villaggio educativo.<br />
Abbiamo una comunità residenziale<br />
nella zona della falegnameria,<br />
sopra la quale c’è una torre in cui sono<br />
ospitati quattro adolescenti che compiono<br />
un percorso in comunità. In un<br />
altro spazio abbiamo un ostello per<br />
giovani stranieri che hanno difficoltà a<br />
trovare lavoro e alloggio. Infine, c’è la<br />
comunità diurna, che seguo io, in cui<br />
abbiamo messo in piedi una serie di<br />
attività, tra cui un percorso di studio<br />
per arrivare al diploma», conclude Albanese.<br />
Salva una botte, crea un capolavoro<br />
non è l’unica iniziativa messa<br />
in piedi da Tinazzi e Casa<br />
don Bosco Dab. Dall’amicizia<br />
tra il titolare delle cantine<br />
e il responsabile salesiano,<br />
don Paolo Bolognani, è nato<br />
anche il progetto Piana degli<br />
Orti, che vede coinvolte due<br />
associazioni, Città in Fiore e<br />
Oltre il Confine, che forniscono<br />
alloggi ad adulti con disagi e rifugiati<br />
richiedenti asilo. Le due realtà<br />
hanno preso in gestione terreni incolti<br />
nei pressi di Cavaion Veronese (VR)<br />
per trasformarli in un orto a chilometro<br />
zero. In cambio di una donazione<br />
spontanea, le famiglie locali possono<br />
ricevere i frutti del lavoro agricolo: peperoni,<br />
zucche, angurie, meloni, pomodori,<br />
lattuga, patate, melanzane,<br />
zucchine. «Offriamo a queste persone<br />
un modo per sentirsi impegnate nel<br />
corso della giornata così che non si<br />
perdano per strada», conclude Tinazzi,<br />
«perché per noi è fondamentale il<br />
legame con il territorio e la possibilità<br />
di costruire relazioni con chi si occupa<br />
di inclusione sociale».<br />
tinazzi.it | donboscodab.it<br />
CantineTinazzi cantine.tinazzi<br />
casadonboscodab<br />
Emil Nobis<br />
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