quaderno sinodo VII.pdf - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva ...
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Gregorio Magno: “Così, gli affari mondani si devono assumere<br />
talvolta per esigenze di carità. Ma non si devono mai<br />
ricercare per passione, per evitare che esse, gravando l’animo<br />
di chi le predilige, lo trascinino avvinto dal proprio peso, dalle<br />
regioni celesti giù nel profondo” (Regola pastorale, II, 7).<br />
Condividiamo, penso, la preoccupazione di Gregorio,<br />
il quale teme che, stando a contatto con gli uomini “del<br />
mondo” e con i traffici terreni, si possa finire per assumerne<br />
criteri e metodi talvolta troppo disinvolti, se<br />
non spregiudicati. Il cristiano non si rifiuta di amministrare<br />
le risorse affidategli, ma è, al contempo, preoccupato<br />
di preservare la “differenza” evangelica: nel gestire<br />
i beni, questi devono diventare segni del Regno,<br />
non di accumulo, perché i beni amministrati non sono<br />
nostri.<br />
Le finalità ecclesiali guidano le scelte economiche, e<br />
non viceversa: la comunità deve farsi carico delle strutture<br />
che effettivamente servono alla sua vita e alle sue attività,<br />
delle risorse e delle persone necessarie. Non basta<br />
che i mezzi ci siano e, nella migliore delle ipotesi, ci<br />
siano anche soldi e persone competenti; è indispensabile<br />
una precisa strategia pastorale, altrimenti mezzi,<br />
soldi e risorse umane vengono ecclesialmente sprecati.<br />
Le caratteristiche dell’amministrazione dei beni<br />
Priorità delle finalità ecclesiali e pastorali non significa<br />
improvvisazione, disordine, incompetenza nell’amministrazione.<br />
Anzi, proprio l’importanza dei fini chiede<br />
un “di più” di attenzione e di competenza. Talvolta,<br />
con la scusa che non si mette in tasca niente e che, anzi,<br />
si fa sicuramente del bene in modo disinteressato, si<br />
diventa pressappochisti e, a volte, disinvolti nella inos-