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quaderno sinodo VII.pdf - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva ...

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si di <strong>Gravina</strong> e la prelatura di <strong>Altamura</strong> si trovarono riunite<br />

sotto la guida di un unico pastore.<br />

Ferdinando I di Borbone nominò nel 1828 amministratore<br />

della chiesa altamurana il vescovo di <strong>Gravina</strong><br />

e Montepeloso, mons. Cassiodoro Margarita. L’attività<br />

pastorale di questo presule durò ben venti anni e<br />

lasciò nelle tre comunità sottoposte alla sua cura un ricordo<br />

molto positivo.<br />

Il 16 agosto 1848, il pontefice Pio IX con la bolla Si<br />

aliquando riunì le due Chiese palatine di <strong>Acquaviva</strong> e<br />

<strong>Altamura</strong> aeque principaliter, stabilendo la sede dell’arciprete<br />

in quest’ultima cittadina. Creò, così, una Nullius<br />

Dioecesis, esente da ogni ordinario ecclesiastico. Nel documento<br />

si riconosceva comunque al sovrano il diritto<br />

di nomina e di collazione del prelato 69 .<br />

Le due prelature godettero dei privilegi del loro status<br />

fino all’11 febbraio 1929 quando con i Patti Lateranensi<br />

smisero di essere palatine e dipesero esclusivamente<br />

dalla Santa Sede 70 .<br />

69 La bolla rappresentò per <strong>Acquaviva</strong> un riconoscimento per<br />

la perduta autonomia e palatinità. Con essa veniva ridefinita<br />

anche la composizione del Capitolo con ventuno canonici<br />

e tre dignità. Sulle prerogative dell’arciprete e sulle nomine<br />

a lui spettanti, cf. la scheda in Guida degli Archivi, cit., p.<br />

19. Per entrambe le Chiese la parrocchia fu unica e il prelato<br />

svolgeva la funzione di parroco. Solo ad <strong>Altamura</strong> ce n’era<br />

una seconda (chiesa della SS. Trinità) e una succursale<br />

della Cattedrale, che però non erano riconosciute dal Governo.<br />

D. Morfini, Parrocchia, cit., pp. 131-132 e nota 109.<br />

70 Anche dopo questa data la vita della prelatura di <strong>Acquaviva</strong>-<br />

<strong>Altamura</strong> s’intrecciò con quella dell’arcidiocesi di Bari. Dal<br />

1929 al 1932 l’arcivescovo di Bari, Augusto Curi ne fu Amministratore<br />

Apostolico. In tale carica, nel 1931, con l’appoggio<br />

del clero delle due istituzioni, inviò al pontefice Pio<br />

XI una petizione per la creazione di un nuovo Seminario,<br />

essendo quello già esistente «vecchio e fatiscente», inadatto<br />

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