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quaderno sinodo VII.pdf - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva ...

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che si sperava avesse avuto la stessa lungimiranza e determinazione<br />

del padre.<br />

Mons. Giustiniani nel 1601 lanciò l’interdetto contro<br />

<strong>Altamura</strong> e la sua Chiesa e nel 1605, sfruttando l’elezione<br />

al soglio pontificio dell’intransigente Paolo V,<br />

fece convertire l’interdetto in scomunica.<br />

Il de Mari, recatosi a Roma per sostenere le ragioni<br />

della sua Chiesa, fu arrestato e imprigionato nelle carceri<br />

pontificie, dove rimase per lungo tempo.<br />

Nello stesso anno, Paolo V aveva scomunicato anche<br />

la città di Venezia. Le motivazioni, naturalmente, erano<br />

completamente diverse: in quel caso si cercò di arginare<br />

un’eresia che si stava diffondendo in seguito alle<br />

posizioni anticuriali di Paolo Sarpi e sostenute dalla<br />

Serenissima; per <strong>Altamura</strong>, invece, si trattò di una presa<br />

di posizione a favore delle pretese giurisdizionali del<br />

vicino vescovo di <strong>Gravina</strong>.<br />

Durante il lungo periodo di scomunica, le uniche<br />

chiese in cui venne amministrato il solo battesimo furono<br />

quelle del convento di S. Francesco d’Assisi e di S.<br />

Antonio dei PP. Conventuali.<br />

Tutte le mediazioni cui si ricorse per fare annullare<br />

l’interdetto, compresa quella del viceré conte di Benavente<br />

(1603-1610), non sortirono alcun effetto 59 .<br />

Morto Giustiniani, si riaccesero gli scontri tra i sostenitori<br />

del suo successore, mons. Agostino Cassandra, e<br />

59 Neanche il vescovo di <strong>Gravina</strong>, Giustiniani, ottenne alcun<br />

beneficio dalla condizione in cui versava la vicina <strong>Altamura</strong>.<br />

Fu un grande pastore che lasciò traccia del suo cammino<br />

terreno nella diocesi che gli era stata affidata. Fondò un seminario,<br />

un ricovero per ragazze perdute, poste sotto la regola<br />

di S. Francesco; fece costruire la chiesa di S. Maria delle<br />

Grazie, la cui facciata è impreziosita dalla grande aquila<br />

su tre torri, che campeggiava nel suo stemma episcopale.<br />

Cf. D. Nardone, Notizie storiche, cit., pp. 249-250.<br />

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