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quaderno sinodo VII.pdf - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva ...

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196<br />

Prudenza e lungimiranza. Il codice raccomanda:<br />

“Tutti gli amministratori sono tenuti ad attendere alle<br />

loro funzioni con la diligenza di un buon padre di famiglia”<br />

(can. 1284, § 1). Per raggiungere le finalità proprie<br />

della Chiesa, non è indifferente la scelta dei mezzi.<br />

Per esempio, non ogni forma di investimento finanziario,<br />

sia pure lecita, può trovare spazio nell’amministrazione<br />

dei mezzi economici della Chiesa. Ancora, la<br />

disponibilità di risorse non rende superflua, nella scelta<br />

di immobili e di attrezzature, una previa valutazione<br />

di non spreco, di rispetto per i poveri, di accessibilità<br />

dei locali a ogni categoria di persone: i beni sono<br />

necessari alla vita della Chiesa, ma vanno utilizzati con<br />

sobrietà . Anche in questo senso va interpretata la delibera<br />

CEI n. 38, che regolamenta con particolare attenzione<br />

la locazione di immobili e la cessione di spazi,<br />

riconoscendo in tale attività non una semplice forma<br />

di redditività, ma una modalità di gestione dai possibili<br />

risvolti sociali e che, perciò, va utilizzata con prudenza<br />

e sempre con l’autorizzazione dell’Ordinario. E<br />

anche ogni eventuale ristrutturazione, deve rispondere<br />

ad una finalità pastorale; non va fatta solo perché,<br />

per es., ci sono contributi da sfruttare. Insomma, ogni<br />

atto di amministrazione deve sempre portare in sé la<br />

domanda: per chi e per che cosa stiamo compiendo<br />

tale operazione? Infine, l’essere amministratori di beni<br />

che non ci appartengono significa essere responsabili<br />

non solo dell’oggi, ma anche responsabili del domani,<br />

avendo presenti le fatiche di chi ci ha preceduto<br />

e di chi amministrerà dopo di noi. Poiché capita di<br />

scontare le conseguenze di scelte compiute in passato<br />

da nostri predecessori, chiediamoci quante risorse impieghiamo<br />

per realizzare opere “a nostra immagine”,<br />

magari in perfetta buona fede.

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