quaderno sinodo VII.pdf - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva ...
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Con queste opere si chiudeva la grande stagione dei<br />
lavori alla fabbrica della chiesa, che saranno ripresi solo<br />
due secoli più tardi 55 .<br />
Il Seicento vide riacuirsi le tensioni tra l’arciprete di<br />
<strong>Acquaviva</strong> e l’arcivescovo di Bari. I due cardinali incaricati<br />
dalla Santa Sede di risolvere il contenzioso si pronunciarono<br />
il 6 aprile 1601. Essi convalidarono e riconobbero<br />
la legittimità dell’autonomia della Chiesa acquavivese<br />
e imposero il “perpetuo silenzio” all’arcivescovo<br />
di Bari 56 . Se il laudo ancora una volta dava ragione<br />
ad <strong>Acquaviva</strong>, molti e diversi furono i tentativi non<br />
solo di ritardarne l’esecuzione, ma di rendere lo stesso<br />
privo di efficacia.<br />
Erano di fronte due istituzioni ecclesiastiche che avevano<br />
un peso ben diverso. Quella decisione (laudo) approvata<br />
da papa Pio V nel 1605 fu convalidata con regio<br />
exequatur solamente il 14 febbraio 1606 e comunicata<br />
all’arcivescovo Decio Caracciolo (1606-1613), che dopo<br />
appena quattro anni l’avrebbe contestata formalmente.<br />
Nonostante un’altra sentenza a favore dell’arcipretura<br />
di <strong>Acquaviva</strong> di papa Innocenzo XII del 16 giugno<br />
1692, gli arcivescovi di Bari continuarono nel loro atteggiamento<br />
di ostilità e di sfida.<br />
Il 26 novembre 1694, a seguito di brighe segrete di<br />
mons. Carlo Loffredi (1691-1698), la “Romana Ruota”,<br />
non tenendo conto delle sentenze precedenti, stabilì<br />
che “per consuetudine” spettasse al ricorrente e ai suoi<br />
successori il diritto di ordinare Primiceri e conferire benefici<br />
e canonicati vacanti nella chiesa di S. Eustachio di<br />
<strong>Acquaviva</strong>, mentre all’arciprete era riconosciuta la giurisdizione<br />
nelle cause civili, ma non in quelle criminali.<br />
55 Idem, I prelati, cit., pp. 14-17.<br />
56 S. Luciani, op. cit., p. 31.<br />
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