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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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GXL<br />

il viaggio di un conoscitore delle belle arti il quale in passato avea<br />

avuto ingerenziì nelle vendite all'estero di oggetti molto importanti<br />

già appartenenti a Musei e <strong>collezioni</strong> della Monarchia, si rinnovavano<br />

le raccomandazioni di attenta sorveglianza all' amministrazione doga-<br />

nale esercitando da parte della Delegazione la più severa polizia nei<br />

Comuni e nelle Chiese. Ma era fiato sprecato e in onta alle leggi<br />

gli incettatori arricchivano e spedivano la preda tolta agli ignoranti<br />

venditori.<br />

Non mancarono in quel periodo gli scrittori che esaltarono le<br />

glorie artistiche di Venezia e diffusero la conoscenza di ciò che è<br />

bello e che parla al cuore dell' antica grandezza ; primi 1' abate Gio-<br />

vanni Antonio Moschini e 1" emulo suo abate Sante Della Valentina<br />

<strong>ai</strong> quali dobbiamo la conservazione di opere insigni dell' arte nostra.<br />

Il primo pubblicava nel 1805 una guida della città che divenne si<br />

può dire la base delle ricerche sulla storia dei <strong>nostri</strong> monumenti; il<br />

secondo illustrava la Scuola di S. Rocco e ne salvava i cimeli! più<br />

rari <strong>dal</strong>le unghie dei predoni. Strano contrapposto col Cicognara e il<br />

Diedo, che erano i benemeriti sì per le opere stampate nelle quali<br />

ponevano in luce le arti della scultura e della architettura in Venezia,<br />

ma poi nella pratica cooperavano a disperderle o a restaurarle barba-<br />

ramente. Scrissero pure delle arti <strong>veneziane</strong> e le amarono con profonda<br />

venerazione il conte Jacopo Filiasi, gli abati Giovanni Maria Dezan e<br />

Francesco Driuzzo.<br />

L' Accademia dei Filareti sorta fra noi nei primi del <strong>secolo</strong> servì<br />

spesso quale cattedra a diffondere una onesta resipiscenza contro la bar-<br />

barie degli indegni successori di tanti gloriosi antenati.<br />

Aggiungasi <strong>ai</strong> primi Emanuele Antonio Cicogna, 1' illustre storico<br />

delle Inscrizioni <strong>veneziane</strong>, Giovanni Casoni amorosissimo cultore<br />

dell' archeologia, Agostino Sagredo che in uno studio sulle arti edi-<br />

ficatorie fece rilevare le glorie dell' arte nostra e i van<strong>dal</strong>ismi dei<br />

nuovi venuti ; finalmente Francesco Zanotto e Vincenzo Lazzari, au-<br />

tori di opere illustrative dei monumenti veneziani ; da ultimo Pietro<br />

Selvatico e Cesare Foucard.<br />

Al Selvatico che per un non breve periodo resse le sorti della<br />

nostra Accademia di Belle Arti e al Foucard si devono studi e ri-<br />

cerche i quali giovarono a porre in giusta luce molti dei monumenti

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