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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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LXII<br />

farvi la Scuola suprema d'architettura, malauguratamente esso non<br />

ne volle sapere per la solita questione della mancanza di denaro. Nel<br />

l'anno iSqy fu venduto alla « The Vcnice Art Co », la quale come<br />

qualsiasi compagnia di speculazione, ben a ragione vorrà fare il suo<br />

tornaconto, venderà all'estero le anticaglie e spoglierà di quanto ancora<br />

resta di prezioso, quel palazzo che per tre secoli faceva le meraviglie<br />

di tutti.<br />

Dalla Guida pittorica del Tosi (1797J sappiamo che nelle procu-<br />

ratie adiacenti quindi al Museo archeologico della Libreria v' eran i<br />

seguenti ritratti dei Grimani :<br />

Nella seconda stanza della Procuratia de siipva, ^^ittore Grimani,<br />

nella seconda delle Procuratie de<br />

Pietro Grimani di Tinturetto ; —<br />

citra, di Ottavio, Marco e Vincenzo dello stesso Tintoretio; — infine<br />

nell'ultima stanza Giovanni Grimani del prete Genovese. Nella mede-<br />

sima camera v' è anche un ritratto di Marcantonio Grimani pure del<br />

Tintoretto.<br />

Nel Catalogo della vendita Morosini (Paris, Moreau e C). tra i<br />

bronzi c'era al n. 8 quello di un senatore Grimani attribuito al Vit-<br />

toria.<br />

Nei marmi: 138 usque 147 tutti personaggi <strong>dal</strong>la famiglia, ma<br />

nei quali finalmente abbiamo al n. 635 un ritratto di vescovo del<br />

Prete Genovese, che dev'essere certamente quello del Patriarca d'Aqui-<br />

leja Giovanni succitato.<br />

Al n. 640 evvi il ritratto del procuratore Antonio Grimani, deve<br />

esser quello del Tintoretto; — al n. 645<br />

il ritratto del doge Grimani<br />

che si vorrebbe del Tiziano non risulta, mentre il fortunato posses-<br />

sore del n. 666, (ritratto del senatore Antonio Cappello, chiamato di<br />

scuola veneziana), deve vantarsi di avere un genuino Tiziano che<br />

stava nella seconda stanza della Procuratia de supra. Si può dire che<br />

quasi tutte le famiglie patrizie nel seicento avessero nei loro splendidi<br />

palazzi raccolte di cose <strong>d'arte</strong>. Ma di pochissime abbiamo i ragguagli.<br />

Quello di Antonio Foscarini viene un po' illuminato <strong>dal</strong> testo<br />

della pag. 10, risultandone che alcune statue erano state confuse con<br />

quelle del patriarca Grimani, ma poi a lui ritornate.<br />

Né del Venier, né del Vendramin abbiamo notizia, ammenoché<br />

non siano finite nei Vendramin-Calergi. — Intanto dobbiamo parlare

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