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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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XXVI<br />

hfllo e prezioso troveremo, ed i Ven':\iaìii fecero il medesimo conto in<br />

oc.'.'jo inverso.<br />

E bene sempre il Pasini :<br />

" giova considerare che il Tesoi^o di<br />

S. Marco a quei tempi e specialmente poi nei secoli decimoterzo e de-<br />

cimoquarto, era, a dirla schietta, una specie di Monte di Pietà, a van-<br />

tagoio non già dei poveri, ma dei maggiorenti d' Europa, e di fermo<br />

\'enezia, la prima tra le città commerciali d'allora, aveva ammassato<br />

enormi ricchezze » e poi ricorda fra altri pegni la Corona di<br />

spine posseduta da Giovanni di Brienne tutore di Balduino II (riscat-<br />

tata da Luigi IX nel i2'2q), 5000 ducati sopra un rubino nel 1343 a<br />

Giovanni V Paleologo, nel 1387 ad uno Scaligero 21000 ducati verso<br />

molte gioje, nel 1350 infine Agostino da Vezine impegnare una croce<br />

d'oro ingiojellata per 1700 ducati che si nominava del duca di Savoja.<br />

Non è possibile il supporre che il patto della seconda crociata sia<br />

stato fatto a cuor leggero d<strong>ai</strong> Veneziani ; essi sapevano benissimo che<br />

i baroni francesi erano poveri, essi sapevano benissimo che loro avreb-<br />

bero in cambio potuto arrecare le meraviglie <strong>d'arte</strong> di quei paesi che<br />

andavano a conquistare; né più né meno di ciò che fece l'Inghilterra<br />

prendendo le milizie <strong>dal</strong>la Germania nei secoli XVI, XV^II, X\^III.<br />

Noi non esitiamo a dire che \\ primo e natur<strong>ai</strong> sito di collezione<br />

pubblica in Venezia fosse il palazzo ducale, da un antico cronista<br />

sapendosi in mezzo <strong>ai</strong> tanti incendii che pati il palazzo nei primi se-<br />

coli della Repubblica, esser periti molti tesori che appartenevanle ; e<br />

pur troppo, anche molto di ciò ch'era rimasto fu distrutto nel massi-<br />

mo, patito sotto il dogado di Sebastiano Venier'); non esitiamo anche<br />

a dire che le <strong>collezioni</strong> private, cominciarono nelle famiglie che aveva-<br />

no dati dogi a Venezia, salvo eccezioni, e arricchitesi in quel periodo<br />

storico per parte di bottino, per ofterte di sudditi, per doni di per-<br />

sonaggi stranieri, cosicché le leggi in appresso non fecero che limi-<br />

tar il potere del doge ed annullargliene quasi la personalità.<br />

E <strong>dal</strong> doge Sebastiano Ziani che la ducea comincia ad essere un<br />

dispendio anziché un' occasione di guadagno, fino che arriva agli ul-<br />

timi tempi col non potersi realmente conservare che nelle più ricche<br />

famiglie.<br />

• '<br />

Nel<br />

Museo civico conservasi la stampa rappresentante il Giudizio finóle del<br />

Gu<strong>ai</strong>iento che eravi nella sala del Maggior Consiglio prima di quello del Tintoretto.

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