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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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WXl<br />

numero stragrande nell'impero, in ogni città con quartieri propri e<br />

specialmente in Costantinop >li, qualcuno arriva a dire superassero il<br />

milione :<br />

potenti così, commisti orm<strong>ai</strong> <strong>ai</strong> bizantini con legami d'ogni<br />

sorta che Kmmanucle per liberarsene ne immaginò una strage in un<br />

dato giorno, imitando Dario e Faraone!<br />

Questi Veneziani avevano assunte le stesse foggie, erano cosi amal-<br />

gamati ed assimilati, che la Repubblica ordinò ad un dato momento<br />

il taglio delle barbe per distinguere i sudditi suoi d<strong>ai</strong> nemici. Erano<br />

tanto ricchi '), possedevano tanto di cose proprie che si ascrive ad Em-<br />

manueledi aver egli fatto ciò allo scopo di impossessarsi dei loro beni.<br />

Ora è m<strong>ai</strong> possibile che in patria non vi fosse quanto occorreva <strong>ai</strong><br />

loro gusti orm<strong>ai</strong> divenuti bizantini?-)<br />

') Marino Zusto di S. Vitale dichiara con f;iur;imento d'aver comperato presso<br />

Modone, coi suoi compagni Giovanni Saponario di S. Siac e Nicolò Stadio di S. Gio-<br />

vanni Evang. venti ancone ciicoud<strong>ai</strong>e d' argento, glandi e piccole, sei marche d'ar-<br />

gento in tanti anelli e tsurcillos) sedici marche d'argento composte di due calici, un<br />

turibolo cjcillo (piocolo calice) un flathone (piastra?) una pisside (vaso da p.tnagLi)<br />

alquante pezze di seta, due o tre r liqiinri preziosi (encolphi) tre croci di ferro con ar-<br />

gento, una di legno coperta d'argento ed una d'oro, più 200 manulati ucellati (moneta<br />

greca da Manuele).<br />

Vitale Na<strong>dal</strong> pram.stie al doge, sotto pena di Lire 330, che nel suo ritorno <strong>dal</strong><br />

viaggio di Puglia presenterebbe alla signoria una quitanza, nella quale 1' imperatore<br />

Federico 11 od il suo camerlengo dichiarassero di non aver più nulla a chiedere a<br />

Marino Na<strong>dal</strong>, fratel'o di Vitale, a cui quel principe avea commesso di fargli una co-<br />

rona (^ogia). Importantissimo documento che ci dimostra a quale altezza erano gli<br />

orefici veneziani da esser scelti per far le corone dei sovrani !<br />

Il Cecchetti nel suo ottimo libro delle • Vesti • ci dà così importanti dettagli<br />

tratti da documenti sui giojelli e le ricchezze di esse, che bisognerebbe citare tutto il<br />

capitolo ed Alberto Canonico storico della crociata citato <strong>dal</strong> Romanin constata che<br />

essi portavano vasi d'oro e d' argento e preziosa veste a Re Goffredo. — 11 vescovo<br />

Contarini avea ricevuto il famoso vessillo di S. Erniagora. il tiglio del doge quello<br />

collo stemma della Repubblica trapunto.<br />

* Tuttavolia sappiamo benissimo che il Dandolo nel Ducato di Ordelafo Fallerò<br />

dice : « Du tabulam auream gemmis et perlis mirilìce Co.uantinopoli fabricatam prò<br />

uberiori reverentia Beatissimi Marci Evangelistae super ejus altare deposuit qua.; aliqui-<br />

bus interjectis thesauris ancia usque in hodiernum extitit». Eccone la descrizione:<br />

• Ebbe l'ultimo ristauro da Lorenzo e Pietro Favro detti Buri, 183Ò-1847. La<br />

singolarità e la preziosità di quest'opera, tanto per le gemme che sommavano a 1300<br />

perle, 400 granate, 90 ametiste, 300 zaffiri. 200 smeraldi, 13 b<strong>ai</strong>assi. 4 topazi e due<br />

carnei, quanto pel lavoro, inestimabile monumento dell'arte antica e della ricchezza<br />

veneziana, c'inducono a darne qualche maggior notizia. Divisesi la tavola in più or-<br />

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