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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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GL XXXII<br />

Dopo quegli incendi della seconda metà del <strong>secolo</strong> XVI che ob-<br />

bligarono secondo una disposizione dei Pregadi (Casoni, Memorie ma'<br />

noscrilte al Civico Museo) a ridurre alcuni luoghi dell'Arsenale, ed<br />

eventuale sede di radunanza del Maggior Consiglio, dopo quegli in-<br />

cendi soltanto, si ebbe un vero piano di completamento del Palazzo<br />

Ducale.<br />

Non abbiamo a dar qui la descrizione dei dipinti o delle statue<br />

che sono entro il Palazzo (44-50 Bonmarliiii).<br />

Parleremo soltanto del Museo Archeologico, costituitosi in origine<br />

d<strong>ai</strong> lasciti del Cardinale Domenico Grimani e d<strong>ai</strong> suoi discendenti<br />

Marino e Giovanni. Fu nel 1586 che il Senato ordinò all'architetto<br />

Vincenzo Scamozzi di apprestare per essi 1' antisala della Libreria già<br />

cinquant' anni innanzi fabbricata da Jacopo Sansovino. Altre sculture<br />

antiche donarono nel 1592 il procuratore Francesco Contarini e Jacopo<br />

Contarini nel 1596. Nel <strong>secolo</strong> XVII si accrebbe il Museo mercè le<br />

raccolte di Pietro Morosini e di Domenico Pasqualigo ; nel XVIII di<br />

quelle di Tomaso Giuseppe Farsetti e Girolamo Ascanio Molin. Nel-<br />

l'anno 1740 le statue del Museo furono ritratte in rame dagli Zanetti<br />

{Ven. IJ40-J). Ebbe il Museo la successione delle <strong>collezioni</strong> del sop-<br />

presso convento di S. Giovanni di Verdara in Padova. Vi si aggiunsero<br />

pure gli utensili e i conii della Veneta Zecca come diciamo appresso e fu<br />

solo dopo un lungo periodo di elucubrazioni profonde e di lunghe que-<br />

rimonie che il Ministero autorizzava l'ordinamento di quel materiale,<br />

oggidì poste in luce nei locali già destinati alla abitazione del Doge.<br />

Giamm<strong>ai</strong>, nemmeno sotto 1' Austria si osò portare il sospetto e il<br />

discredito sui Veneziani eh' erano .adibiti a sorvegliare i Monumenti<br />

di Venezia. Venezia fu trattata come un paese di conquista. Penetrati<br />

nelle anticamere ministeriali i favoriti dei superuomini che credono aver<br />

svelata e Venezia e la sua storia e la sua arte agli stessi Veneziani, fecero<br />

inviare qui con non ben deferiti mandati, emiliani, abruzzesi, siciliani.<br />

Fu il regno del terrore burocratico: il peggiore! Tuttavia dobbiamo<br />

riconoscere che i ministri Gianturco, Martini e Baccelli s'occuparono<br />

di persona e con amore del nostro Palazzo Ducale e che compresero<br />

bene doversi cambiare il procedimento sin allora tenuto. Ora il Museo<br />

Archeologico è cosa bella, decorosamente arredata, tale da meritare lunga<br />

disamina e saviamente diretto da quel gentiluomo che primo s'occupò

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