Nel 1994 c’è la partecipazione al progetto ASCANIO che “ufficializzava all'esterno attività già in corso da anni, consentendo <strong>di</strong> fruire <strong>di</strong> una risorsa aggiuntiva a livello docente, apriva un periodo <strong>di</strong> formalizzazioni più intense e <strong>di</strong> meta<strong>di</strong>scorsi più rigorosi sul complesso dell'organizzazione”.
2.2. Le aree <strong>di</strong> attenzione in<strong>di</strong>viduate dal “Panel” 2.2.1 Qualità delle interazioni sociali: la scuola come sistema aperto La lettura dei bisogni del territorio è fatta tenendo presente la specificità dell’utenza 25 (si ipotizza che ci sia una forte presenza <strong>di</strong> genitori che lavorano all’ospedale con esigenza <strong>di</strong> un orario <strong>di</strong>fferenziato <strong>di</strong> apertura della scuola). Per questo anno scolastico 26 c’è un’incidenza <strong>di</strong> professioni chiaramente legate all’ambito ospedaliero del 2,5% per i padri e del 7,1% per le madri. Dal punto <strong>di</strong> vista dei genitori la sod<strong>di</strong>sfazione per gli orari <strong>di</strong> apertura non è collocabile fra i “punti forza” o fra quelli “deboli” 27 . In quest’area è evidente un desiderio <strong>di</strong> rispondere ai bisogni del territorio senza cadere nell’assistenzialismo, questo punto <strong>di</strong> vista è illustrato nel seguente passaggio dell’intervista scuola: “noi abbiamo il massimo <strong>di</strong> apertura prevista… nove ore e mezza… apriamo alle sette e mezza e chiu<strong>di</strong>amo alle cinque”. Gli intervistati sottolineano come siano stati attenti a non schiacciarsi sulle esigenze territoriali e per non rischiare <strong>di</strong> “fare assistenza” è stato stu<strong>di</strong>ato “un orario che è apparentemente macchinoso e che… è uno degli elementi che spaventa gli insegnanti nuovi, oppure gli insegnanti che hanno intenzione <strong>di</strong> chiedere il trasferimento qua e che si possono trovare in <strong>di</strong>fficoltà nel veder questo orario, che poi invece una volta messo in moto… ed è un orario stu<strong>di</strong>ato in maniera tale che, noi non abbiamo tutto il personale del mattino concentrato alle sette e mezza, cosa te ne fai <strong>di</strong> avere tutto il personale schierato lì quando i bambini che entrano alle sette e mezzo sono un numero abbastanza ridotto. Allora noi abbiamo il personale che entra ad orari <strong>di</strong>fferenziati, secondo uno stu<strong>di</strong>o, in maniera tale da garantire la massima compresenza <strong>di</strong> personale nella fase <strong>di</strong> apertura dei laboratori, cioè quando noi cominciamo a fare attività specifiche o per gruppi misti, o per gruppi <strong>di</strong> età omogenea” 28 . L’interazione della scuola con l’esterno è molto articolata: ci sono rapporti con il Comune per il progetto “bambini protagonisti in città”, con la ASL rispetto alla gestione dei “bambini problematici 29 ”, con l’università rispetto alla possibilità <strong>di</strong> tirocinio per le future insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola elementare. C’è un progetto con la biblioteca “Lercari” 30 per un suo utilizzo da parte degli alunni e dei genitori. Il problema dell’interazione della scuola con l’esterno è oggetto <strong>di</strong> una riflessione che è evidente nei 25 Risulta una scarsa frequentazione fra i genitori dei bambini della SI. Dal Questionario Genitori <strong>Quasi</strong>: risposte verso il “poco” G14 14. Al <strong>di</strong> fuori dei tempi scolastici, il/la bambino/a frequenta altri bambini della scuola? 26 Dati ricavati dal questionario per il <strong>Progetto</strong> <strong>Quasi</strong> sottoposto ai genitori. 27 Dati ricavati dal questionario per il <strong>Progetto</strong> <strong>Quasi</strong> sottoposto ai genitori. 28 Tutto il testo fra virgolette fa parte dell’intervista scuola 29 Intervista scuola: Anche qui è presente un tratto <strong>di</strong> non passività rispetto al territorio: “c’era il problema, quando c’erano degli alunni problematici, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare delle modalità <strong>di</strong> comunicazione con le usl e le usl avevano preparato una scheda che sarà stata bella, sarà stata brutta, ma se l’erano decisa loro, per conto loro e noi avremmo dovuto compilarla. . a noi questo metodo non andava bene, perché riguarda il nostro lavoro. poi c’erano problemi <strong>di</strong> linguaggio, del linguaggio comune perché, cosa inten<strong>di</strong> tu per area socio affettiva e che cos’é che per te é un bambino adattato?” 30 Intervista scuola: “abbiamo la fortuna che é praticamente <strong>di</strong>etro l’angolo e quin<strong>di</strong> a piccoli gruppi ... vengono portati in biblioteca, a esplorare spazi, a fare delle letture e… l’anno scorso c’é stato ad<strong>di</strong>rittura un incontro con un’autrice, che aveva scritto un piccolo libretto <strong>di</strong> storie per bambini, che ha illustrato, ha letto con loro il libro e poi c’era anche un gruppo teatrale che aveva fatto uno spettacolo per bambini su quella storia, così poi tutta l’attività si é conclusa a cerchio con la scrittura, la lettura, l’incontro con l’autore e poi la rielaborazione drammatica <strong>di</strong> questo…”