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Progetto Quasi: Studio di Caso - INValSI

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<strong>di</strong> Viterbo) sono i due progetti che coinvolgono in modo più <strong>di</strong>retto e profondo la scuola San Pietro e il<br />

territorio circostante.<br />

“La Fattoria <strong>di</strong> Zio Mauro” è un laboratorio integrato con il centro terapeutico riabilitativo della ASL <strong>di</strong><br />

Viterbo, a cui partecipano i bambini <strong>di</strong> cinque anni delle scuole dell’infanzia Carmine e S.Pietro. Tale<br />

laboratorio viene svolto in modo continuativo dai bambini che presentano gravi <strong>di</strong>fficoltà relazionali e<br />

cognitive. Ogni attività <strong>di</strong> laboratorio parte dall’esperienza vissuta dai bambini e dalle bambine in occasioni<br />

<strong>di</strong> incontro e contatto con gli animali (allestimento dell’acquario, visita al centro ippico <strong>di</strong> Villa Buon<br />

Respiro, pet therapy, etc.), ed è reso possibile dall’intervento dell’ASL 62 all’interno della scuola.<br />

Coinvolgendo gruppi <strong>di</strong> bambini con e senza han<strong>di</strong>cap, il progetto si pone come finalità quella <strong>di</strong> integrare e<br />

non isolare i bambini in <strong>di</strong>fficoltà, permettendo loro <strong>di</strong> fare esperienze “terapeutiche” non soltanto fuori dalla<br />

scuola, ma portando tali esperienze dentro la scuola 63. . La coor<strong>di</strong>natrice del <strong>Progetto</strong> “Tutti i bambini”<br />

Stefania Insogna, coor<strong>di</strong>na un gruppo <strong>di</strong> progetto composto da membri della ASL, docenti, rappresentanti dei<br />

genitori dei plessi, delle classi e delle sezioni. e documenta a livello educativo e <strong>di</strong>dattico tale esperienza<br />

Di natura completamente <strong>di</strong>versa è il <strong>Progetto</strong> “Carnevale”. Lo scopo <strong>di</strong> tale progetto non si esaurisce nella<br />

sfilata finale in costume, che tuttavia ne rappresenta la colorata conclusione. Esso ha, infatti, il pregio <strong>di</strong><br />

attivare una collaborazione stretta con il territorio. Ad esempio, con il Nido comunale, <strong>di</strong> cui la Prof.ssa<br />

Calabrò è oggi responsabile. Utilizzando lo “sfondo integratore” <strong>di</strong> “animali e l’uovo”, le maestre hanno<br />

costruito un percorso narrativo: i bambini <strong>di</strong> 3 anni della San Pietro sono andati al Nido (2-3 visite) ad<br />

assistere all’“arrivo dell’uovo”. Oltre che il collegamento con il Nido, il progetto “Carnevale “ ha coinvolto i<br />

genitori e altri soggetti nel territorio (per esempio, il rinfresco è stato offerto dall’associazione degli anziani<br />

del quartiere).<br />

Tra le aree d’attenzione in<strong>di</strong>cate dal panel <strong>di</strong> esperti in questo ambito, sembra prevalere la grande importanza<br />

attribuita al ruolo della famiglia tanto nella valutazione della qualità del servizio, quanto nella partecipazione<br />

e nella cogestione degli spazi educativi. La comunicazione con i genitori avviene in assemblee con i<br />

rappresentanti (3 volte l’anno), mentre le comunicazioni quoti<strong>di</strong>ane avvengono tramite affissione nella<br />

“bacheca genitori”. Nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> caso sono state raccolte anche informazioni <strong>di</strong>rettamente dai genitori dei<br />

bambini della S. Pietro. Il Questionario Genitori ha raccolto informazioni non soltanto sulla sod<strong>di</strong>sfazione<br />

dei genitori, ma anche sulla loro partecipazione alle <strong>di</strong>verse attività. Dall’analisi dei dati emerge che i<br />

suggerimenti e la partecipazione dei genitori sono stati incoraggiati soprattutto in episo<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nari, quali<br />

l’organizzazione della feste o le gite scolastiche (ve<strong>di</strong> Tab.3).<br />

Tabella 3. Partecipazione dei genitori<br />

62 In particolare grazie all’apporto all’interno dell laboratorio integrato dell’educatrice Na<strong>di</strong>a Capaccioni<br />

63 Un bambino in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap non è facilmente integrabile nella propria famiglia e queste <strong>di</strong>fficoltà si accentuano nella società più ampia<br />

che spesso lo percepisce come un corpo estraneo. E' necessario allora che vi siano dei presupposti socio culturali che consentano l'accettazione sociale<br />

nei suoi aspetti fisici e mentali integrandoli positivamente. […]. Come tutti i bambini l'han<strong>di</strong>cappato deve essere messo in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> chiedere<br />

aiuto agli altri stabilendo il principio che non è possibile fare tutto da soli ma che all'interno del gruppo vi sia uno scambio d'informazioni e <strong>di</strong><br />

assistenza [Tratto dal Pof]

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