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l'editoriale la riflessione la discussione temi e problemi Pedagogia ...

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debba presentarsi, compiutamente, palesemente e consapevolmente,<br />

come oggetto di una scelta.<br />

In effetti è da ritenere che non solo l’educazione, ma anche <strong>la</strong> filosofia,<br />

l’arte, <strong>la</strong> religione e <strong>la</strong> scienza stessa sono sempre state oggetto di<br />

‘scelte’. Senonché una scelta può essere occultata, nel senso che chi <strong>la</strong><br />

compie può dichiarare di non avere e<strong>la</strong>borato o costruito alcun principio<br />

cui attenersi, alcun criterio assiologico o fisico o metafisico, ma che<br />

lo ha scoperto. E pertanto sostenere che si sono individuati conoscitivamente<br />

i tratti di una ‘realtà’ – di una verità – cui ognuno deve attenersi.<br />

Una scelta educativa consapevole differisce da una scelta educativa<br />

surrettizia in quanto è <strong>la</strong> scelta di una costel<strong>la</strong>zione di idee, significati,<br />

nessi logici, valori – di un mondo dell’educazione – che non nasconde il<br />

proprio carattere soggettivo iniziale. E pur tuttavia per essa tale soggettività<br />

non presenta il significato deteriore – di arbitrio – che <strong>la</strong> soggettività<br />

riveste, in genere, all’interno del modello oggettuale (cognitivo) c<strong>la</strong>ssico.<br />

E ciò proprio in virtù del proprio carattere radicale: che nel<strong>la</strong> fattispecie equivale<br />

al<strong>la</strong> radicalità del<strong>la</strong> responsabilità che quel<strong>la</strong> scelta guida e sorregge.<br />

Più in partico<strong>la</strong>re. Il paradigma oggettuale nega <strong>la</strong> rilevanza di scelte<br />

soggettive nel<strong>la</strong> teorizzazione educativa. Il teorico-pedagogista che segue<br />

questo modello sostiene infatti di avere reperito un qualcosa di dato<br />

– una struttura, un’essenza, un fondamento – in grado di decidere e di<br />

dirimere di diritto tutte le questioni che, al converso, potrebbero invece<br />

cadere entro l’area degli impegni possibili del<strong>la</strong> soggettività umana: ovverossia<br />

essere oggetto di decisione da parte di soggetti e gruppi storici.<br />

Laddove il pedagogista che aderisce al paradigma soggettuale non si<br />

limita a prospettare <strong>la</strong> possibilità di talune scelte soggettive entro un<br />

mondo dell’educazione sostanzialmente oggettivo, ma, in assenza di<br />

princìpi universali oggettivi o di autorità assolute da fare valere nel<strong>la</strong><br />

prassi educativa, avanza <strong>la</strong> pretesa di misurarsi con un mondo dell’educazione<br />

che, venendo riconosciuto come un costrutto, risulta, almeno in<br />

linea di principio, tutto da (ri)costruire.<br />

Si può dire allora che ci troviamo in presenza di due diversi mondi<br />

teorici dell’educazione: il secondo dei quali non fa valere princìpi oggettivi,<br />

ma effettive possibilità decisionali ed operative umane: così che si<br />

delinea una più vasta area dei compiti che si offrono ai soggetti interessati<br />

all’educazione. Il diverso grado di responsabilità di cui i soggetti ven-<br />

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