l'editoriale la riflessione la discussione temi e problemi Pedagogia ...
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Per una koinè pedagogica<br />
l’editoriale<br />
Ripartiamo con un certo ritardo, ma non con meno entusiasmo: è più che<br />
mai salda in noi <strong>la</strong> convinzione che al<strong>la</strong> <strong>Pedagogia</strong>, oggi, occorre dare nuova (e<br />
maggiore) visibilità, forte consistenza teoretica, pubblica rilevanza pratica.<br />
La nuova veste guarda anche a questi obiettivi.<br />
La <strong>riflessione</strong> e <strong>la</strong> ricerca re<strong>la</strong>tive all’educare non devono chiudersi nel<strong>la</strong><br />
loro autoreferenzialità, in un nombrilisme troppo concentrato su se stesso,<br />
incapace di guardarsi attorno e refrattario al<strong>la</strong> concretezza del<strong>la</strong> realtà sociale,<br />
ma aprirsi agli stimoli del contesto storico-politico, dei nuovi mercati del<strong>la</strong> conoscenza<br />
e del mondo sempre più incalzante del<strong>la</strong> formazione. In questa prospettiva<br />
c’è bisogno di un “occhio pedagogico” attento alle novità, vigile nel<strong>la</strong><br />
selezione, acuto nel<strong>la</strong> proposta.<br />
La visione (theôría) pedagogica, oggi, è fortemente sollecitata a fare i conti<br />
con l’esistente in modo critico e propositivo secondo approfondimenti, analisi di<br />
esperienze, sperimentazioni: un’opera non solo di lettura e di interpretazione,<br />
ma anche di e<strong>la</strong>borazione e di ideazione, tesa a ridisegnare sia i quadri di riferimento,<br />
le “cornici” dei <strong>problemi</strong>, il tratteggio delle questioni, le coordinate dei<br />
punti-di-vista, sia le forme di intervento e di progettazione.<br />
In uno scenario culturale come quello italiano in cui si insinua il brico<strong>la</strong>ge<br />
dell’educare e in cui non pochi (specie una certa intellighenzia) scotomizzano <strong>la</strong><br />
<strong>Pedagogia</strong>, occorre che essa, senza rimanere in stato inerziale e senza continuare<br />
ad ammannire “marmel<strong>la</strong>te” ottative, ri<strong>la</strong>nci se stessa, fronteggi il nichilismo<br />
più o meno soft, epperciò critichi l’indifferenza verso l’area del significato, solleciti<br />
lo s<strong>la</strong>ncio e il rischio, richiami al<strong>la</strong> responsabilità e al<strong>la</strong> partecipazione attiva<br />
il pedagogista, in quanto intellettuale, attraverso un dibattito non timido, né<br />
balbettante, ma vigoroso e deciso, andando oltre le certezze verso le verità, guardando<br />
ai grandi ideali e “rivisitando” quelli che <strong>la</strong> paideia più consapevolmente<br />
avvertita ha proposto: il valore del<strong>la</strong> persona, <strong>la</strong> promozione umana,<br />
l’impegno per il bene comune, <strong>la</strong> costruzione di una democrazia reale.<br />
La <strong>Pedagogia</strong>, non soltanto italiana, ma anche internazionale, è entrata nel<br />
Terzo millennio confortata dagli apporti derivanti dal<strong>la</strong> ricerca empirica e dal<strong>la</strong><br />
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